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Bolzano, picchiato a sangue alla fermata del bus

La vittima è un giocatore della squadra di calcio Excelsior. Il coordinatore Antonino: «È stato un vero pestaggio»



BOLZANO. Aggredito e picchiato a sangue da due sconosciuti alla fermata dell’autobus.

La vittima è un giocatore dell’Excelsior, una squadra di calcio “speciale” a cui un regista francese ha dedicato di recente un film perché - anche a costo di perdere sempre o quasi - ha come obiettivo socio-educativo quello di far giocare tutti: brocchi e dotati, ventenni assieme a chi di anni ne ha a volte anche il doppio.

È accaduto venerdì, poco prima di mezzanotte.

La vittima sta tornando a casa con l’autobus. Scende alla fermata in fondo a viale Europa, dove la strada alberata sbuca su via Gutenberg.

In giro non c’è nessuno, quando due persone lo aggrediscono a freddo, riempiendolo di botte. Poi scappano, lasciandolo a terra dolorante e con la faccia ridotta ad una maschera di sangue.

Dopo un po’ passa di lì qualcuno che lo riconosce e lo soccorre: è spaventato, fa fatica a parlare. La notte la trascorre in un letto dell’ospedale San Maurizio, dove gli danno alcuni punti di sutura e lo dimettono con una prognosi di venti giorni.

A raccontare il gravissimo episodio è Massimo Antonino, coordinatore del progetto Excelsior che fa capo all’associazione La Strada, da sempre in prima linea ad aiutare le persone più deboli.

«Gioca con noi da anni e sono andato a trovarlo a casa - racconta - : è sotto shock per quello che è successo. Anche perché non sa darsi una spiegazione. Quei due non li conosce neppure: a quanto pare il caso ha voluto che quella sera si trovassero sullo stesso autobus. Non c’è stato a suo dire alcun motivo scatenante. Sempre che esista un motivo che possa giustificare un pestaggio».

In questo contesto potrebbero risultare utili le telecamere installate su gran parte dei mezzi della Sasa e in particolare su tutti quelli che viaggiano nelle ore notturne: il video potrebbe servire a dare un volto e un nome agli autori del gesto.

Rimane lo sconcerto per un pestaggio nato a freddo.

«Quello che è accaduto - dice Antonino - è molto preoccupante. Perché sempre più spesso ci accorgiamo che a prevalere è la legge del più forte. Non si parla, non si discute, si viene subito alle mani, perché è la cosa più facile. Questo poi è un caso aggravato dalla vigliaccheria di due che se la prendono con una persona indifesa che stava tornando a casa. Il motivo? Nessuno. Perché oggi sempre più spesso la cronaca racconta di brutali pestaggi: capita che vittime e aggressori non si conoscano neppure. Ma tant’è. Alzare le mani può dare l’illusione di essere più forti e può servire a rendere più eccitante una serata un po’ troppo noiosa. Succede nelle grandi città, ma succede anche nella piccola e tranquilla Bolzano. Questo dovrebbe far riflettere tutti».













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