BOLZANO

Bolzano saluta Primo Bianchi. In centinaia al funerale

Chiesa gremita al Ss Rosario per la vittima dell'investimento in via Roma. Don Cassaro: «Primo è sempre vivo, non dobbiamo farci piegare dal dolore»


di Alan Conti


BOLZANO. «Primo è vivo». È con questa apparente contraddizione che don Gigi Cassaro ha voluto dare l’ultimo saluto oggi pomeriggio (venerdì 16 dicembre) a Primo Bianchi, il bolzanino di 63 anni che ha perso la vita dopo essere stato investito in bicicletta in via Roma lo scorso 8 dicembre.

Bolzano, morto Primo Bianchi investito da un'auto in via Roma Il 63enne stava attraversando sulla pista ciclable ed è andato a sbattere contro il parabrezza di una Giulietta bianca. Troppo gravi le lesioni riportate

Un’omelia particolarmente sentita nella chiesa del SS Rosario in via Claudia Augusta ad Oltrisarco. Nel quartiere dove Primo era molto conosciuto e anche molto amato. In centinaia hanno voluto esserci per questo momento di raccoglimento. Dai clienti de “Il Mio Tabacchino” ai compagni delle associazioni che Bianchi ha aiutato passando per gli scout Cngei al gran completo. I figli di Primo, Diego e Federica, sono sempre stati parte del movimento scoutistico bolzanino (Federica è tuttora caporeparto) e anche Bianchi dava spesso una mano come volontario. La famiglia ha accolto e commosso tutti. Abbracci sinceri, pieni di gratitudine e moltissima dignità nel momento del dolore.

«Oggi siamo straziati - ha detto Cassaro dal pulpito - e dobbiamo farci forza. La vita eterna dobbiamo sentirla dentro. Oggi ci sembra che Primo sfugga via, ma Primo c’è e Primo è vivo. Ha solo finito un pezzo della sua vita per cominciarne un altro. È uscito da qui per essere di là, dove lo ritroveremo. È questa separazione che ci porta alla paura della morte, ma dobbiamo sempre ricordarci che anche Gesù è morto e poi è risorto».

[[(Video) Bolzano, la dinamica dell'investimento mortale in via Roma]]

Il quartiere di Primo, comunque, ha affollato la chiesa per salutare un uomo che ha fatto del lavoro una forza. Prima il distributore in via Merano assieme al fratello Gilberto, poi l’attività nel tabacchino e, da qualche mese, l’aiuto alla figlia nel locale “De Gustibus” di via Rosmini. Formalmente era pensionato, praticamente non si è mai fermato. In molti ricordano le sue battaglie in Confesercenti per restituire a via Claudia Augusta una dignità commerciale che stava perdendo. Le difficoltà degli anni gli hanno dato ragione. Si è sempre speso in prima linea per gli altri e oggi, tutti, sono tornati per abbracciarlo.













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