LISTE D'ATTESA

Bolzano, sempre più bimbi italiani iscritti negli asili tedeschi

Si allungano le liste d'attesa, i genitori cercano di far imparare subito la seconda lingua ai figli


Gianfranco Piccoli


BOLZANO. Si allungano le liste d’attesa nelle scuole dell’infanzia di lingua tedesca del capoluogo. I dati definitivi non sono ancora disponibili (le iscrizioni si sono chiuse il 22 gennaio), ma anche quest’anno si osserva un trend iniziato già da tempo: sono in costante aumento i genitori di madrelingua italiana che iscrivono i propri figli negli asili tedeschi. La conferma arriva dall’assessore comunale Margarete Rottensteiner: «Ma non sempre c’è alle spalle una scelta consapevole».
«Difficile fare un’analisi precisa del fenomeno - ha commentato l’assessore - non sappiamo, ad esempio, quanti sono i bambini figli di mistilingue. Certo che, da quattro anni a questa parte, l’aumento di iscrizioni nella scuola dell’infanzia tedesca è notevole ed è in gran parte dovuto ad una presenza sempre maggiore di bambini di madrelingua italiana».
 In verità ci sono altri elementi che contribuiscono ad allungare le liste d’attesa: la possibilità da un paio d’anni di iscrivere i bambini quando hanno già 2 anni e mezzo (e molti lo fanno, se non altro per risparmiare i soldi della retta del nido); un aumento costante dei figli degli immigrati nella scuola tedesca: «Vogliono imparare bene entrambe le lingue», ha detto Greti Rottensteiner.
 Fino a qualche anno fa il fenomeno ha interessato, ad esempio, la scuola di Gries. Oggi si è «spostato» su Kofler, Quirein, Kaiserau e Mariaheim, ma segnali in questo senso - ha detto Rottensteiner - ci sono anche ad Aslago e Oltrisarco. «Prendiamo, ad esempio, la scuola Mariaheim - commenta ancora l’assessore - si trova in via Milano, in una zona dove abitano soprattutto cittadini di lingua italiana: nonostante questo, e nonostante di fronte alle Mariaheim ci sia la scuola italiana, i genitori preferiscono iscrivere i figli nell’asilo tedesco».
 Molto spesso la scelta nasce dalla volontà di far imparare ai bambini la seconda lingua sin dall’infanzia. «Una scelta che ha sicuramente lati positivi, come la conoscenza approfondita di una lingua e di una cultura, ma che presenta delle insidie, per i bambini italiani e per quelli tedeschi - commenta ancora Greti Rottensteiner - ci sono bambini già preparati o predisposti all’immersione, altri che non lo sono per nulla. C’è poi il problema per i bambini tedeschi, che rischiano di non godere fino in fondo dei vantaggi della scuola dell’infanzia: per molti di loro è il primo approccio con l’Hochdeustch, visto che a casa parlano il dialetto».
 Una situazione che ha creato attriti? «Qualche genitore si è lamentato, ma il vero problema è capire dove si spostano di anno in anno i flussi di iscrizioni, visto che non c’è una linearità. Questo non facilita la gestione del fenomeno». Fenomeno che, secondo l’assessore, ha anche ragioni didattiche: «Credo che se parliamo di progetti per l’apprendimento delle lingue, la scuola tedesca abbia qualcosa in più di quell’italiana».













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