il caso

Bolzano, stangata asili nido: mozione di sfiducia per l'assessora Deeg

L'ha presentata Elena Artioli. Raccolta di firme contro gli aumenti. Proteste da partiti e sindacati



Bolzano. Ha creato un putiferio l'imminente decisione della giunta provinciale - rivelata dal quotidiano Alto Adige - di applicare la tariffa oraraia agli asili nido, provocando così il raddoppio delle tariffe. Praticamente isolata l'assessora Deeg che continua a difendere la stangata.

La consigliera provinciale di Team Autonomie Elena Artioli ha annunciato che presto presenterà una mozione di sfiducia nei confronti della Deeg:  "Bolzano - psiega è la città «che risulterebbe più colpita dalla manovra finanziaria sugli asili nido proposta dell'assessore alla famiglia Deeg. Sono pronta a portare in aula una mozione di sfiducia all'assessora e vorrei vedere il voto di Dieter Steger, garante di Bolzano all'interno della SVP. Mi lascia perplessa il silenzio di Cristoph Baur, che dice di voler fare il sindaco ma poi tace sugli interessi dei bolzanini. Chi a Bolzano si è accollato un mutuo e lavora in due per pagarlo ora dovrà trovare i 630 euro per ogni figlio. Chi ha due figli magari gemelli che oggi sono più frequenti del passato, non riceve neppure lo sconto», afferma Artioli.

Per Laura Senesi e Toni Serafini della Uil: "Se si vuole supportare concretamente le famiglie, se si vuole conciliare i tempi di lavoro con quelli della vita, i servizi pubblici di base sono fondamentali: in particolare gli asili nido, le scuole materne ed i servizi per gli anziani. Servizi a cui vanno applicate delle tariffe eque. Solo in questo modo si supportano sul serio e concretamente le famiglie.

Alleanza per Bolzano ha iniziato una raccolta di firme a Don Bosco contro l'aumento delle tariffe. "L'aumento delle tariffe per gli asili nido è assolutamente inaccettabile - commenta Giorgio Holzmann -. In primo luogo l’Assessore della SVP non tiene conto dell’estrema diversità tra gli abitanti della città e della periferia. Vi sono, infatti, numerosi elementi peculiari: le abitazioni a Bolzano, in affitto o in acquisto, sono molto più care rispetto al resto della provincia e quindi le famiglie bolzanine al contrario di quanto accade nelle valli, si vedono costrette ad impegnare gran parte del loro reddito per fronteggiare questa necessità.  Inoltre, molto spesso,  nei paesi della provincia  i nonni sono più disponibili, considerata la vicinanza, ad accudire i nipotini  e di conseguenza le famiglie possono ricorrere a loro senza doversi sobbarcare le spese che i bolzanini invece sono costretti a sostenere nell’utilizzare le strutture pubbliche o private. Alleanza per Bolzano è contraria a questo nuovo fardello sulle famiglie, perché rappresenta una visione diametralmente opposta al progetto che le liste che ne fanno parte hanno del governo della città. Il nostro programma prevede un maggiore sostegno alla famiglia iniziando proprio dai necessari quanto consistenti investimenti nelle strutture di supporto quali gli asili nido, i doposcuola, i luoghi di socializzazione.”

Sul tema interviene anche il candidato sindaco di Uniti per Bolzano Mario Tagnin: " Lo sanno in Provincia che nelle nostre giovani famiglie i figli non vengono mandati al nido per divertimento, ma per permettere ad entrambi i genitori di lavorare? E che entrambi i genitori non lavorano per hobby, ma per arrivare a fine mese ed avere una vita dignitosa? Si ricordano in Provincia che le giovani famiglie a Bolzano non sempre possono contare sui nonni?
Più di 600€ per il nido per un figlio, solitamente molte di più per un mutuo o un affitto, la spesa mensile (in più supermercati alla ricerca delle offerte), bollette: questa è la realtà di molte famiglie in città. Vogliamo incentivare le coppie a metter su casa e a fare figli? Dove vivono gli amministratori della Provincia? Sanno i prezzi di un affitto e di un appartamento a Bolzano e che vita fanno molti cittadini del capoluogo? Si sono mai posti queste domande o vivono in un mondo parallelo? I figli non devono essere un lusso>.

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Il sindaco di Laives Christian Bianchi fa «appello all'assessore Deeg, al presidente Kompatscher e all'Assessore Tommasini, in quanto questa nuova proposta di legge provinciale sulle tariffe degli asili nido, per città medio grandi, che negli anni scorsi hanno investito importanti risorse per creare queste strutture, è un vero disastro». Secondo Bianchi, «non si capisce infatti quali siano le motivazioni di questo drastico cambiamento, ma neppure a chi possa beneficiare». «Una famiglia che oggi paga circa 350 euro si vedrebbe a parità di servizio aumentare la tariffa a 650 euro. Evidentemente il costo è talmente alto che per la maggior parte delle famiglie comporterebbe una grossa scelta se rinunciare al proprio posto di lavoro e poter seguire direttamente propri figli o se invece sobbarcarsi un importo così alto lavorando di fatto per poter pagare il proprio servizio», prosegue il sindaco di Laives.

Contrari anche i Verdi: "Se venisse inserita una tariffazione oraria per gli asili nido - si legge in una nota -, i genitori dovranno rifare i conti ed eventualmente prendere in considerazione solo il minimo di ore necessario. Sarebbe un cambiamento gravoso per la vita di tutti i giorni delle bambine e dei bambini che si ritroverebbero ad avere un ritmo diverso di giorno in giorno. Il fatto che questo cambiamento radicale avvenga proprio in mezzo all'anno scolastico (1.1.2017) dimostra poi poca sensibilità nei confronti delle famiglie e dei loro bisogni organizzativi», proseguono i Verdi che chiedono alla giunta di sospendere la delibera. «Il piccolo risparmio che si potrebbe ottenere non può essere paragonato alle possibili conseguenze negative per l'assistenza all'infanzia», concludono i Verdi.

Anche la Cna è assolutamente contraria all’aumento delle tariffe degli asili nido. “Sembra una beffa - commenta Claudio Corrarati, presidente dell’associazione degli artigiani  delle piccole imprese - che proprio nell’anno in cui il Governo, con la Legge di Stabilità, ha riconosciuto alle lavoratrici autonome e alle imprenditrici il diritto di accedere ai voucher per gli asili, arrivi dalla Provincia la proposta di alzare le tariffe delle strutture pubbliche che vanificherebbe il beneficio statale. Il problema della conciliazione lavoro-famiglia non riguarda solo i lavoratori dipendenti, compresi quelli delle nostre piccole imprese, ma anche gli imprenditori. Anzi, proprio nelle Pmi i titolari e i lavoratori sono una sorta di piccola famiglia in cui si cerca di aiutarsi l’uno con l’altro”.

Corrarati argomenta: “Un aumento dei costi a carico dei lavoratori e degli imprenditori-cittadini è un problema anche per le aziende. Riteniamo che la visione dell’assessora Deeg tenga conto di un welfare di prossimità, legato magari alla vicinanza dei familiari, che è tipico dei piccoli centri delle vallate, ma non trova analogo riscontro nei centri urbani di fondovalle, in testa il capoluogo Bolzano. Nelle città abbiamo bisogno di servizi per i bambini e le famiglie a tariffe sostenibili, altrimenti la conciliazione lavoro-famiglia rimarrà una chimera sia per le imprenditrici sia per le lavoratrici dipendenti. Chiediamo alla Provincia un confronto approfondito sulle problematiche del welfare dei centri urbani, coinvolgendo anche il mondo imprenditoriale”.













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