Bolzano sud, arrivano i negozi al dettaglio

La liberalizzazione scardina le vecchie regole. Confesercenti e Unione: «Un disastro»


Valeria Frangipane


BOLZANO. Solo pochi mesi e Bolzano Sud dirà addio al commercio all'ingrosso (auto, materiali edili, arredamento e hobbistica), per far spazio alla vendita al dettaglio di ogni tipo di merce. Insomma scatta la rivoluzione della Zona che porterà all'apertura di nuovi negozi, centri commerciali ed all'ampliamento di quelli esistenti (il "Centrum" di Tosolini bloccato dai vincoli provinciali). Il disegno di legge della Provincia, pensato per arginare le liberalizzazioni commerciali di Monti, s'inchina infatti al governo e cancella le zone produttive che permettevano solo l'ingrosso e vietavano la vendita al dettaglio di ogni tipo di merce. Il vicepresidente dell'Unione, Dado Duzzi, è caustico: «L'assessore provinciale Thomas Widmann ha chiuso il tavolo tecnico ed alzato bandiera bianca. A Bolzano e in tutto l'Alto Adige sarà un vero disastro». Paolo Pavan, direttore di Confesercenti, spiega che Widmann c'entra poco: «In questo campo le competenze della Provincia sono pari a zero. Possiamo solo modificare le regole nazionali in corso di approvazione altrimenti non ne usciremo. La questione è durissima per tutte le Regioni, non me la sento di crocifiggere Widmann». L'assessore da parte sua si dice «cautamente ottimista». Assessore ma che succede? È vero che avete chiuso il tavolo tecnico e che i vostri esperti non lavorano più per frenare le liberalizzazioni? «Non è vero. Il tavolo l'ho aperto io e saprò se è in piedi o no e vi dico che sta lavorando e che entro un mese avremo pronto il piano». Cosa pensa di salvare? «Il verde agricolo, non ci voglio vedere dentro commercio». Insomma mai più un altro caso MeBo Center. Cosa non riuscirà ad arginare? «Le zone produttive... non riusciremo a fare miracoli... Probabilmente spariranno le tabelle merceologiche e si potrà vendere di tutto ma resto fiducioso». Di che? «Che non cambi più di tanto». Perché? «Vi faccio un esempio. Una ditta che in Zona vende da sempre macchine con la liberalizzazione potrebbe, in teoria, cedere i suoi spazi ad un grande supermercato ma non credo che lo farà perché sono famiglie solide che da anni fanno questo mestiere». Cosa la preoccupa? «Gli spazi vuoti, le aree industriali dismesse, i capannoni deserti di Bolzano sud. Dobbiamo impedire che possano aprire, senza regole, vendite al dettaglio di vario tipo». Ce la farete? «Spero di sì anche perché il Comune di Bolzano ci darà una mano». La stessa domanda, rivolta all'assessore all'urbanistica Chiara Pasquali, incassa la risposta opposta. Così la Pasquali: «Non porteremo a casa nulla, non abbiamo gli strumenti per farlo e nell'arco di pochi mesi l'ex Zona cambierà volto. Potranno aprire altri centri commerciali». Ma Widmann ribatte: «Se la Pasquali non ha gli strumenti glieli daremo noi». Nella querelle entra anche l'Unione: «Widmann non combatte, ci lascia in balìa delle liberalizzazioni. Pensa solo al verde agricolo e così a breve Bolzano sud diventerà terra di conquista dei grossi costruttori, delle grosse aziende». L'architetto Renzo Gennaro, tra i più noti della città, spiega che il fermento è grosso: «In Zona si potranno sfruttare al meglio cubature costruite con la legge Tremonti e inutilizzate». Lei crede che potranno nascere altri centri commerciali? «Penso che una volta che avremo a che fare con un Twenty (Podini) raddoppiato e con un Centrum ampliato potrà esserci forse un terzo competitor, poi basta. E chi costruisce dovrà creare oggetti attrattivi, sogni, punti d'incontro altrimenti la sua struttura sarà perdente».

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