Bolzano: tagliate le ore di storia, protesta al liceo Carducci

Docenti sul piede di guerra: sarà l'unico Classico in Italia con due sole ore a settimana


Davide Pasquali


BOLZANO. I docenti del Carducci sono sul piede di guerra per il taglio delle ore di insegnamento di storia al triennio previsto dai nuovi quadri orari della riforma provinciale: se l'assessore Christian Tommasini non dovesse far marcia indietro, chiederanno l'intervento risolutore del ministro Mariastella Gelmini. Dal prossimo anno scolastico, infatti, il Carducci sarà l'unico liceo classico italiano con due sole ore di storia la settimana: si passerà dalle attuali 84 ore l'anno a sole 57. «Un errore gravissimo», lo definiscono i docenti. «Il ministro non lo accetterà». A lanciare l'allarme sono una trentina di professori del Carducci che, supportati dai colleghi dell'istituto pluricomprensivo di Brunico, hanno scritto un'accorata lettera per esprimere tutta la loro preoccupazione. Una volta sottoscritta da tutti i docenti interessati, la missiva verrà recapitata prima all'assessorato, poi, non dovesse servire, al ministero della Pubblica istruzione, che proprio in queste settimane sta analizzando la riforma altoatesina per verificarne la corrispondenza alla linee guida nazionali e darle il via libera definitivo dopo la recente approvazione da parte della giunta provinciale. «Un errore gravissimo», la riduzione da tre a due ore. Perché gli alunni altoatesini sarebbero meno preparati degli altri colleghi italiani. Per le possibili difficoltà che potrebbero incontrare nel superare l'esame di Stato e le prove di ammissione all'università. Per l'impossibilità di approfondire in particolare i contributi degli storiografi e, in terza liceo, la storia del Novecento. Un fatto già grave di per sé, ma ancor più in Alto Adige, terra impossibile da comprendere se non se ne conoscono le vicende storiche novecentesche. Dopo l'attacco alla riforma lanciato qualche settimana fa da parte dell'ex dirigente del liceo, Marco Mariani, che denunciava la miopia riguardo alla prevista soppressione delle ore di lezione di filosofia e latino al classico, ora una nuova bordata: «Qualora dovessero trovare applicazione i nuovi quadri orari - scrivono i professori - il liceo classico si troverebbe ad avere, unico in Italia, l'insegnamento di storia ridotto a due sole ore settimanali». Un fatto grave per tre ordini di motivi. «Si creerebbe un'ingiustificata differenza nel livello di preparazione degli alunni altoatesini rispetto a quelli del resto d'Italia, che sarebbero più avvantaggiati nel sostenere l'esame di Stato conclusivo, sia in relazione allo svolgimento delle tracce di storia, che alla più generale capacità di conferire profilo e spessore storico alle altre conoscenze». In secondo luogo, «l'articolazione di un insegnamento di importanza capitale nella scuole, e in specie al liceo classico, su sole due ore settimanali, comporterebbe la perdita proprio di ciò che ne costituisce il tratto decisivo: il momento cioè del confronto diretto con i documenti, le testimonianze e le riflessioni degli storiografi che, solo, consente l'acquisizione della consapevolezza critica del senso del divenire storico e quindi la piena formazione della persona». Terzo aspetto: «Si tratta di considerare che, con un numero così esiguo di ore a disposizione, la stessa possibilità di affrontare, in terza liceo, lo studio della storia del Novecento risulterebbe per massima parte chimerica, con grave danno, anche qui, della scuola e della cultura». I docenti, a loro dire finora ignorati dall'assessorato, concludono: «È ora di mostrare quanto le sorti della scuola e delle nuove generazioni stiano davvero a cuore alla classe politica e quanto essa sia davvero vicina agli interessi e alle aspettative delle famiglie». Per parte nostra, chiosano, «esprimiamo il fermo proposito, nel caso mancassero significativi riscontri, di richiamare, a livello nazionale, l'attenzione sul problema». Come spiega il docente e storico Carlo Romeo, «riteniamo alquanto improbabile che il ministro permetta il taglio: contraddice il quadro orario nazionale, che prevede tre ore a settimana».

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