Bolzano: telecamere in centro, giovani e commercianti dicono no al Grande Fratello

La mozione in consiglio comunale, capeggiata dal gruppo dei consiglieri leghisti, suscita polemiche e scetticismo


Riccardo Valletti


BOLZANO. I giovani e i commercianti rispediscono al mittente la proposta di installare le telecamere nelle piazze e vie strategiche della già scarna vita notturna bolzanina. La mozione in consiglio comunale, capeggiata dal gruppo dei consiglieri leghisti, suscita polemiche e scetticismo sulla reale necessità di ricorrere a una soluzione così invasiva nella vita privata dei cittadini. Il paragone più ricorrente è quello del Grande Fratello, forse più in versione televisiva che l'originale orwelliano, ma comunque spiacevole per chi si trova nella mira dell'obbiettivo. Tra i giovani serpeggia l'idea che gli schiamazzi in piazza delle Erbe e le bravate di qualche scalmanato servano solo da pretesto. Pur ammettendo che in alcune occasioni qualcuno ha esagerato, rigettano il ruolo di pietra dello scandalo giustificandosi col fatto che a Bolzano, tolte anche le piazze, ai giovani non resta un posto dove andare. Anche per commercianti l'affare si fa spinoso, soprattutto per quelli che si tengono a galla in tempi di crisi con la birretta serale. «Mi sembra una reazione esagerata - esclama Afedh Msalem dello Spizzico all'angolo di piazza Erbe - non mi sembra un grande problema se gli studenti se ne stanno un'oretta qui in strada a bere una birra. Anzi, portano un po' di vita in città, che altrimenti sarebbe un deserto. Io qui ci lavoro da più di 10 anni e non ho mai avuto problemi». In alternativa tutti preferirebbero qualche giro di polizia in più. «Già ci sono - prosegue Afedh - ma se serve a tranquillizzare i residenti ben vengano altri». Qualcuno però dubita dell'efficacia delle pattuglie. «Se passano con i lampeggianti e si fanno riconoscere a un chilometro - afferma Sonia Ebner - è chiaro che quando arrivano non trovino niente. Poi il disastro la mattina dopo e nessuno sa come ci è arrivato: lasciano bicchieri e bottiglie, e la mattina presto la piazza puzza come un vespasiano per quanta gente fa i bisogni sui muri». Non esageriamo, rispondono in coro i più giovani, se il problema esiste, vale solo per il sabato e solo fino a una certa ora. «Qui all'una chiude tutto - racconta Marco Alberto - e comunque la gente si sposta prima perché alle 23 aprono le discoteche e chi può se ne va fuori città». Restano i più giovani, senza auto né patente. «Quali altre scelte ci sono per noi? - esclama Angela Ferrero - mi - sembra che stiano montando un caso per una birra in piazza. In città dove possiamo andare, nelle sale giochi? A giocare ai videopoker?». Lungi da giustificare gli atti di vandalismo. «C'è la polizia, per quei quattro scemi che esagerano - prosegue Marco Alberto - ma per colpa loro non possiamo mettere tutta la città sotto assedio». C'è anche chi la prende come l'ennesimo contrasto generazionale. «Questa storia va avanti da un sacco di tempo - sospira Vanessa Ferrari - sono sempre gli stessi dieci anziani che si lamentano tutti i giorni di qualcosa, ora hanno scoperto le telecamere». Che le mettano pure, azzarda Sofia Duregon, «scommetto che tanti ragazzi se ne fregano, anche perché se non stiamo in piazza Erbe dove andiamo? Questa città è opprimente, c'è un sacco di gente che non vede l'ora di scappare, se i politici si preoccupano solo di tapparci la bocca senza proposte alternative, tra qualche anno qui ci saranno solo i vecchi».













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