Bolzano, trovate le tangenti dell'IpesA Grando soldi per le ferie negli Usa

Ai due funzionari è stato trovato il denaro contante frutta della spartizione di una mazzetta da 17 mila euro consegnata dall'imprenditore Mirco Moser. Grando li aveva già cambiati in dollari e messi in una busta con la scritta "ferie"


Mario Bertoldi


I NOMI DEGLI ARRESTATI E DEI FUNZIONARI INDAGATI

BOLZANO. Con le tangenti incassate stava programmando una super vacanza negli Stati Uniti. Stefano Grando, direttore del centro servizi inquilinato, aveva in casa una busta contenente denaro in contanti (già cambiato in dollari), con la scritta esterna «Ferie».

Che ci contasse, su quel denaro, è provato anche dal contenuto di una delle tante intercettazioni telefoniche che caratterizzano l'inchiesta. In un'occasione il direttore del centro servizi inquilinato (difeso dall'avvocato Marco Ferretti) avrebbe addirittura chiesto garanzie sulla consegna del denaro concordato, proprio perchè in ballo c'erano le ferie. Non poteva certo immaginare di finire in carcere invece che su un aereo oltre oceano.

E' solo uno dei tanti episodi indicati con dovizia di particolari nell'ordinanza di custodia cautelare che ha disposto l'arresto di due funzionari Ipes e sette imprenditori locali. Complessivamente gli indagati sono 23 e anche gli elementi trapelati ieri sembrano confermare in pieno quanto puntualizzato dallo stesso procuratore Rispoli nelle ultime ore. Gli episodi contestati non sarebbero stati fatti isolati. Tutt'altro. L'inchiesta ha messo gli inquirenti davanti ad ingranaggi e logiche spartitorie ben collaudate, dimostrazione di rapporti esistenti già da qualche anno.

E' vero che l'indagine non ha evidenziato somme rilevanti, ma è anche vero che attorno alla presunta infedeltà e disonestà di alcuni funzionari Ipes si sarebbe sviluppato un inquietante meccanismo di retribuzione percentuale legata all'entità degli appalti o delle commissioni di lavoro per chiamata diretta. E questo è un fatto grave proprio per gli effetti che produce.

Oltre al vantaggio diretto conseguito dal funzionario infedele (che otteneva regali, somme di denaro, incontri con prostitute d'alto bordo, il pagamento ed il trasporto a casa della spesa alimentare) c'erano anche gli effetti negativi sull'ente che non avrebbe mai potuto godere, ultimamente, di ribassi derivanti dalla concorrenza tra ditte.

Una anomalia grave che sicuranmente è costata in termini economici all'Istituto per l'edilizia sociale i cui funzionari inquisiti erano in grado sistematicamente di garantire il pagamento anche di fatture «gonfiate» o, in alcuni casi, di fatture emesse per lavori mai eseguiti. Il quadro indiziario a carico dei due funzionari Ipes finiti in carcere è obbiettivamente pesante. Peter Kritzinger, catturato durante un periodo di ferie al mare, è stato trovato in possesso di 14 mila euro in contanti di cui almeno dieci mila provenienti da una dazione di 17 mila euro (la tangente massima di tutti gli episodi contestati) consegnata da Mirco Moser in concorso con altri piccoli imprenditori.

I carabinieri sfruttarono abilmente l'occasione. Grazie alle intercettazioni telefoniche gli inquirenti avevano saputo dell'operazione in atto e decisero così di fermare l'uomo prima della consegna. In effetti con uno stratagemma i carabinieri riuscirono a fotocopiare le banconote di cui Moser era in possesso. Oggi quelle fotocopie costituiscono la prova che parte della somma di denaro trovata in casa a Kritzinger (ed in parte anche a Grando) facevano parte di quella tangente













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