Viabilità

Bolzano: via Resia, scontro Pd e Verdi sulla "parallela" tra i meleti

L’assessora Rabini boccia la proposta di Fattor di realizzare una seconda strada per alleggerire l’arteria: «Non farebbe che portare altro traffico. Fluidificarlo non lo riduce ma lo incrementa



BOLZANO. Lo scenario di una via Resia che, in prospettiva, avrebbe peggiorato le sue condizioni venne disegnato già prima del 2007. A tracciarlo l'allora assessore all'urbanistica Silvano Bassetti. Che immaginava, proprio per sgravare la direttrice, un secondo asse parallelo alla strada già oggi soffocata dal traffico, capace di creare una alternativa sia da chi veniva da via Castel Firmiano per alleggerire direttrici strategiche come, appunto, via Resia e via Druso. Ma pure per agevolare gli abitanti che sarebbero arrivati (era il 2007!) di Firmian e Casanova almeno in uscita.

Stop all'operazione

La promessa del ponte

A bloccare questa opzione urbana furono i Verdi. Con la Svp. A condividere la visione, invece, Alleanza Nazionale, che presentò nell'estate di quell'anno un emendamento per sostenere Bassetti. Alberto Sigismondi ricorda oggi che nel Put (Piano urbano traffico) fu inserito, come contropartita del niet Verdi-Svp, un nuovo ponte: «Ancora naturalmente da realizzare» dice lo storico esponente della destra comunale. E ora?

No alla strada parallela

Rabini: «Il traffico aumenta»

A rispondere a Stefano Fattor che ha riproposto pochi giorni fa il secondo asse parallelo a via Resia, sono ancora i Verdi: «Meglio sensibilizzare per una riduzione del traffico privato - chiede infatti Chiara Rabini - a favore del mezzo pubblico e della bicicletta. Fluidificare o velocizzare il traffico non lo ridurrà ma lo incrementerà». Ecco dunque che, sul piano politico oltre che urbanistico, già si configura una frattura evidente tra l'esponente Pd e la sua collega di giunta. Fattor inoltre, chiede anche un minimo intervento sul verde agricolo intensivo in quel settore ( "non più dell'1,5% del complessivo") al fine di ottenere lo spazio necessario dietro le case; Chiara Rabini, al contrario, insiste per un patto contadini-cittadini. «Come Verdi proponiamo di valutare la realizzazione - spiega l'assessora - di un anello biologico che includa un percorso pedonale che unisca i produttori di vini e bio incentivando una riconversione biologica».Per tornare alle vicende del raddoppio di via Resia, nel settembre del 2018 venne calato in consiglio un emendamento dell'allora assessora Patrizia Trincanato, dei Verdi, che non solo ribadiva il no alla nuova strada, ma, ricorda oggi ancora Alberto Sigismondi, promise di voler costruire meno parcheggi di superficie.

«Al che esponemmo le nostre rimostranze chiedendo come avremmo fatto ad andare, per fare un esempio, a far visita a qualche conoscente. Ci disse: andateci a piedi». In realtà anche allora lo scontro era pienamente politico, visto che una qualunque direttrice alternativa avrebbe, pur parzialmente, inciso sul verde agricolo, anche allora difeso dalla Svp bolzanina.«Sia io che Bassetti - spiega a sua volta oggi Maria Teresa Tomada - chiedevamo un alleggerimento di via Resia. Niente, non fu possibile».

Come si vede, lo stesso asse del no di oggi - Verdi e Svp - si ripropone a contrastare proposte rinnovate di alternativa viaria come quella di Stefano Fattor e di buona parte del Pd. E pure nell'area civica. Tanto che l'appena fuoriuscito dal gruppo, Claudio Della Ratta, insiste perché il Comune dialoghi per almeno "rimuovere i troppi cancelli nel cuneo verde".Il quale pone la questione anche di via Resia alla luce dello studio sugli scenari a seguito dei nuovi progetti a Bolzano sud, come l'apertura dei ponti, invocando la soluzione del raddoppio come unica opzione sul terreno per evitare un ulteriore appesantimento di via Resia. Sta infatti qui il salto di qualità tra il dibattito del 2007 sulla strada alternativa e quello di oggi e spiega anche la discesa in campo del Pd. Proprio lo studio che è stato analizzato nei suoi uffici della viabilità, e appena riportato dal nostro giornale, ha indotto Stefano Fattor a lanciare l'allarme: «Le soluzioni prospettate nell'agenda Bolzano, tra via Einstein, via Grandi, ponte Roma e l'apertura dei ponti della Zona nei due sensi, faranno piovere su via Resia flussi di traffico ben maggiori di quelli, già intensi, di oggi». E senza che sia alle viste, come invece per il centro e per Gries (con Monte Tondo) una qualsiasi variante per dare ossigeno a Don Bosco. P.CA.













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