Bonus Renzi, ci rimettiamo 60 milioni

A fruire degli 80 euro in busta paga da maggio saranno 95 mila lavoratori con un reddito tra gli 8 e i 26 mila euro


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Il testo integrale del decreto Irpef non è ancora stato trasmesso alla Provincia, ma secondo le prime stime Bolzano - con il bonus di 80 euro mensili da maggio per i lavoratori e le lavoratrici con un reddito tra gli 8 i 26 mila euro lordi fortemente voluto dal presidente del Consiglio dei ministri Renzi - ci rimetterà, a spanne, circa 60 milioni di euro. «Quaranta milioni - spiega il segretario generale e capo della ripartizione Finanze della Provincia Eros Magnago - sono legati ai tagli alla spesa, mentre la parte restante è correlata ai 700 milioni di euro di coperture di cui dovranno farsi carico le Regioni (comprese ovviamente le Province a Statuto speciale ndr)».

La Provincia sapeva di questa eventualità da almeno un paio di mesi, ma nel frattempo si sono fatti avanti i Comuni, il settore sociale, quello sanitario e quello agricolo, che hanno chiesto maggiori risorse. Pretese che, a questo punto, ben difficilmente potranno essere soddisfatte. Con il senno di poi, visto come sono andate le cose, la giunta provinciale - forse - non avrebbe varato una «no tax area» per tutti fino a 20 mila euro. Secondo le prime stime elaborate dalla Provincia a beneficiare del “bonus” voluto da Renzi saranno 95 mila soggetti con detrazioni di imposta. Si tratta di circa un terzo degli altoatesini che lavorano. La vera domanda che bisogna porsi è se gli 80 euro mensili in più in busta paga si tradurranno o meno in un aumento dei consumi, come auspicato da Renzi, oppure se (almeno per la fascia più bassa) serviranno per fare fronte alle spese quotidiane, affitto e bollette in primis.

Rispetto alla prima versione del provvedimento voluto dal Governo sono stati esclusi gli incapienti. «Questo - prosegue il segretario generale della Provincia Magnago - ci consente di non considerare circa 60 mila persone, per un totale, di una decina di milioni di euro». Senza lasciarsi andare a facili (e inutili) allarmismi va detto che la giunta vuole sapere, il prima possibile, quale sarà la quota parte delle coperture che ricadrà sulla Provincia. Per quanto attiene i tagli alla spesa, dei 2,1 miliardi previsti a livello nazionale 700 milioni saranno a carico delle Regioni, 700 milioni sono a carico dello Stato e 700 a carico degli Enti locali. «Ancora non sappiamo esattamente quale sarà la nostra parte». A decidere come impiegare i soldi dovrà essere ovviamente la giunta provinciale che - pur avendo a disposizione un bilancio di 5,1 miliardi di euro (contando anche le partite di giro) - ora avrà ancora meno margine di manovra. Più in generale, nel provvedimento adottato dal Governo sono spariti i tagli alla sanità, ma il giro di vite da 2,1 miliardi nel 2014 (e da 5 nel 2015) sugli acquisti di beni e servizi è stato ripartito tra Stato, Regioni ed Enti locali. E se questi ultimi entro due mesi non dimostreranno di aver adottato le misure necessarie rischiano di dover sottostare a un taglio lineare. Un decreto, quello di Renzi, a due facce: farà felici quasi 100 mila lavoratori altoatesini, ma si ripercuoterà negativamente su altri settori.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità