Boschi: «A22 a rischio con questo governo» 

No secco al doppio passaporto: «Perché il ministro Salvini ancora tace?» Iscritta al Pd di Bolzano: «Nuova giunta provinciale anche questione di numeri» 


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Alessandro Huber e Daniele Moretti mettono sul tavolo la tessera di quest’anno. «Guarda, è ancora firmata da Matteo Renzi». Risposta, «è per questo che la prendo. Scherzo». Maria Elena Boschi è da ieri una iscritta del Pd di Bolzano. Un segnale come deputata eletta qui. Parla di concessione dell’Autobrennero, doppio passaporto, grandi opere: conosce i dossier per essersene occupata al governo. Adesso è dall’altra parte, deputata sui banchi dell’opposizione. Dopo la tappa al Pd, ieri caffè con chiacchierata con il sindaco Renzo Caramaschi, giro a Laives e serata con il concerto all’Auditorium con la Gustav Mahler Orchestra. La abbiamo intervistata.

La nuova alleanza austriaca Övp e Fpö ha recuperato dal binario morto il doppio passaporto per sudtirolesi e ladini: arriva il disegno di legge. Cosa ne pensa?

«Sono contraria. Quando eravamo al governo lo avevamo detto con chiarezza. Penso che si tratti di un tema agitato per motivi elettorali, sia qui che a Vienna, per compensare l’impegno europeista del semestre di presidenza austriaca. Resto convinta anche che si tratti di un progetto di difficile percorribilità: per le modifiche costituzionali serve una maggioranza larga in Parlamento, che il governo Kurz non possiede, visto che la Spö continua ad essere contraria. Assolutamente non è pensabile che il governo austriaco operi senza coinvolgere l’Italia. Abbiamo un ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che parla molto e ancora non ha detto nulla sul doppio passaporto. Come mai?».

Il premier Conte è intervenuto con durezza e anche il ministro Fraccaro (M5S).

«E la Lega cosa pensa? Sono al governo, dicano qualcosa. Se il doppio passaporto dovesse diventare realtà, minerebbe il lavoro prezioso di decenni per creare un senso di comunità, provocherebbe una divisione tra i gruppi».

Ha parlato con la Svp di questo?

«Non in questi giorni, ma certamente sì in passato. Apprezzo la posizione ragionevole del presidente Kompatscher».

Sulle grandi opere il M5S ha aperto il caso Tav, ma anche sul rinnovo della concessione A22 il ministro Toninelli ha annunciato una verifica giuridica. In Provincia sono preoccupati.

«Se la linea di Toninelli sulle grandi opere è quella che sta emergendo sulla Tav, allora c’è sicuramente da preoccuparsi per la concessione della A22. Quando il M5S annuncia verifiche giuridiche, significa che cerca il modo per bloccare i progetti. Ma sulla concessione affidata alla società pubblica in house c’è il parere positivo del Consiglio di Stato e dell’Autorità di regolazione dei trasporti. C’è poco da verificare, c’è da sbrigarsi. Per legge la procedura va chiusa entro la fine di settembre. Oltre al danno per le comunità locali, il governo dovrebbe trovare subito come sostituire gli 80 milioni di introiti già messi a bilancio, e sarebbero solo i primi».

Lei è stata eletta con una alleanza Pd-Svp, ma alle provinciali potrebbe arrivare un cambio di alleanze. Lega e Team Köllensperger lo dicono: vogliono andare al governo provinciale. Di questo sta parlando con la Svp?

«Credo che la Svp continui a guardare a noi come alleati, grazie ai rapporti consolidati di governo insieme. Ma sappiamo che dipende anche dai numeri. Come Pd dovremo fare la nostra parte: eleggere più candidati possibile per avere un maggiore peso al momento delle trattative. La Lega voterà il decreto Dignità. Cosa dice la Svp? E delle idee sull’Europa del governo?».

Lei prima scherzava sulla tessera, ma l’altro giorno c’è stata una riunione di Renzi con i parlamentari più vicini, tra cui lei: ci sarà il nuovo partito renziano?

«Ho appena preso la tessera, lavoriamo nel Pd. Un altro partito è escluso. Spero che avremo presto un congresso per dare ai nostri elettori la possibilità di decidere la linea. Ci serve una leadership forte, oltre alla collegialità».

Ancora il modello Renzi?

«Dobbiamo rappresentare in modo incisivo il Pd, essere chiari sul mondo cui parliamo. Ad esempio, chi si candiderà dovrà dire se è favorevole a un accordo con il M5S. Certe prese di posizione al nostro interno mi preoccupano, non si può rinunciare alla capacità di parlare a molti che abbiamo sperimentato con Renzi».

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