Boschi: «Giù le mani dal Jobs Act»
La sottosegretaria difende la riforma del lavoro: gelo con i sindacati. Vertice con i professionisti: meno burocrazia
BOLZANO. Giù le mani dal Jobs Act: Maria Elena Boschi difende la riforma del lavoro. Lo fa senza esitazioni davanti ai professionisti e ai sindacati. La sottosegretaria è tornata ieri a Bolzano per un nuovo appuntamento della campagna elettorale come candidata Pd-Svp nel collegio di Bolzano (Camera). Nella sede della Cgil ha incontrato i vertici di Cgil, Cisl e Uil: clima freddo sul tema del lavoro e delle pensioni. Sabato sera al Laurin Maria Elena Boschi aveva dialogato invece con la Confederazione italiana libere professioni, guidata dal presidente nazionale Gaetano Stella. «Diamo tempo alle riforme di continuare a dispiegare a pieno i propri effetti. La prima applicazione del Jobs Act e le misure fiscali combinate con le politiche attive del lavoro hanno portato a 1 milione di posti di lavoro in più in tre anni, la maggior parte a tempo indeterminato»: così, riferisce una nota, la sottosegretaria nel dialogo con i professionisti. Stella da parte sua ha sottolineato i problemi della categoria. «Gli studi professionali non possono essere trattati come grandi imprese», ha detto Stella, parlando anche delle recenti norme in materia fiscale, fatturazione elettronica, privacy e antiriciclaggio «che appesantiscono i professionisti di inutili oneri burocratici». Al tavolo, tra gli altri, il presidente di Confprofessioni Alto Adige Hanno Dissertori, il vice Josef Tschöll, il presidente del Consiglio notarile Walter Crepaz, il presidente dell'Ordine dei dottori commercialisti Claudio Zago.