Botte tra mendicanti per i posti migliori

La polizia municipale è intervenuta d’urgenza davanti al Supermercato Poli Bianchi: «Fenomeno in crescita. Sto esaminando le ordinanze degli altri Comuni»


di Bruno Canali


LAIVES. Ormai è più che una sensazione: anche a Laives, l'accattonaggio ha alle spalle un vero e proprio racket che gestisce spazi e proventi. Lo si è capito anche da episodi come quello accaduto l'altro giorno nei pressi del supermercato Poli in via Kennedy, dove hanno dovuto intervenire i vigili urbani per sedare una lite scoppiata proprio fra due clochard (uno dei quali accampato in una baracca nell'alveo del rio Lusina a Pineta).

Si è capito subito dalle parole dei due, che la rissa era nata a causa di uno «sconfinamento» di zona. Il timore è che questi episodi aumentino e si arrivi dai pugni agli accoltellamenti, come già succede altrove. E infatti, le persone dedite all’accattonaggio sono ben organizzate e ciascuno presidia il proprio spazio: davanti ai supermercati, sia in via Kennedy che in via Damiano Chiesa, e il mercato del giovedì mattina.

La polizia municipale e i carabinieri della locale stazione fanno quello che possono e che la legge permette loro, perchè - spiegano - un accattone che sosta davanti all'uscita del supermercato e non viene colto in flagranza di reato mentre chiede l'elemosina, non è perseguibile e non può nemmeno essere allontanato.

Al mercato del giovedì talvolta si assiste anche ad un "gioco delle parti" curioso: i vigili urbani passano fra i banchi e gli accattoni scompaiono. Quando il vigile è passato, riappaiono dalla parte opposta. Irritati sono anche i gestori dei bar, perché regolarmente, quando c'è mercato, questi accattoni entrano e danno fastidio ai clienti con insistenti richieste di acquistare qualche oggetto o comunque dare un'offerta. Più preoccupante poi assistere alle richieste di aiuto per portare magari la borsa della spesa fatta a donne anziane, perché dietro il gesto cortese si nasconde invece il tentativo di un raggiro.

A Laives finora non c'è una ordinanza che vieti queste presenze ma il sindaco, a conoscenza del fenomeno, conta di emanarne una quanto prima. «Stiamo valutando quello che altri Comuni hanno fatto per arginare il fenomeno - spiega Bianchi - e contiamo di emanare un'ordinanza del genere anche sul nostro territorio. Ne parlammo alcuni anni fa in consiglio comunale e ne abbiamo fatto cenno anche di recente in giunta su sollecitazione dei commercianti ambulanti, perché occorre distinguere un povero da un accattone che fa parte di un racket. Con l'ordinanza inoltre, si dà alle forze dell'ordine uno strumento con il quale poter svolgere attività ispettiva e anche per allontanare questi individui dal territorio comunale. Gli anziani che danno qualche moneta a queste persone lo fanno con grande cuore ma devono anche sapere che in realtà, quasi sempre i soldi vanno a finire in altre mani, le mani di chi organizza queste attività e gestisce spazi e racket dell'accattonaggio e che così facendo si incoraggia a continuare».

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