«Botto fortissimo e fumo Forte paura tra i rifugiati» 

Rotelli (Volontarius): «Chi ha vivi i ricordi di guerra, ha pensato ad un attacco» Kompatscher e Stocker: «Condanna fermissima. La violenza produce violenza»


di Valeria Frangipane


BOLZANO. «Chi ha vivi i ricordi della guerra dalla quale è scappato, ha pensato si trattasse di un attacco armato».

Claude Rotelli, presidente dell’associazione Volontarius che gestisce (su incarico della Provincia) il Centro di accoglienza di Appiano, racconta di un botto fortissimo e di una densa coltre di fumo.

«Una parte dei 39 richiedenti asilo ospitati all’interno dell’ex caserma Mercanti di Appiano, svegliata di soprassalto nel sonno, ha vissuto momenti terribili. Hanno pensato si trattasse di un attacco armato». Sono persone ancora scosse che hanno rivissuto momenti di terrore che credevano alle spalle. E Rotelli ieri li ha incontrati durante un sopralluogo dopo lo scoppio della bomba carta. Ha incontrato profughi e operatori e ne ha percepito la paura: «Nessuno si aspettava un’azione di intolleranza simile tra il resto fuori da una struttura che funziona benissimo. La nostra condanna è totale, senza sè e senza ma». Ed una condanna più che ferma arriva dal presidente della Provincia Arno Kompatscher e dall’assessora Martha Stocker che hanno una parola unica: «Condanniamo fermamente questa azione. La violenza non risolve i problemi, ma produce paura e ulteriore violenza. Confidiamo nell'operato delle forze dell’ordine e speriamo che i responsabili vengano individuati il prima possibile perchè un attentato del genere non deve ripetersi. Mai più». Nella nota comune presidente ed assessora spiegano come «l'esplosione di un ordigno acceso da ignoti nella notte fra sabato e domenica all'ingresso al centro di accoglienza abbia provocato un forte botto» E come le forze dell'ordine abbiano rinvenuto anche scritte e simboli contro i profughi. «Ricordiamo che a tutt’oggi sono 39 le persone che hanno chiesto asilo ospitate presso la struttura gestita da Volontarius». Persone che non hanno mai creato problemi di alcun tipo. «Alcune di loro e parliamo di 28 stranieri lavorano mentre altri 10 frequentano corsi di formazione». L’assessora parla anche della popolazione molto impegnata in attività di volontariato e vicina ai profughi. «Non ci sono mai state tensioni, anzi, la gente ha imparato a farsi parte attiva». Stocker fa sapere anche di aver contattato il sindaco di Appiano, Wilfried Trettl. «L'attentato è un affronto non solo ai profughi che hanno già sofferto molto e che si stanno impegnando per puntare su una nuova vita, ma anche per tutte quelle persone come chi lavora nel volontariato che offre la sua opera». Kompatscher e Stocker confidano nell'operato delle forze dell’ordine e sperano che i responsabili siano individuati il prima possibile: «Vogliamo che sia chiaro che un simile attentato non deve ripetersi».













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