Bressa affossa le primarie: «Una follia»

Il sottosegretario: «Spagnolli ha alleanze e programmi, basta faide personali. Bizzo si concentri sulla Commissione dei Sei»


di Paolo Campostrini


BOLZANO. Onorevole, ha sentito di Bizzo, Bonagura... a Bolzano si litiga. Che dice? «Io sto a Roma e a Roma le prospettive cambiano. Qui ho imparato una cosa: in politica bisogna portare a casa il risultato. Il resto mi interessa come decidere se mi piacciono più i biondi o i mori». Riecco Bressa. E con lui la (probabile) parola fine alla giostra del Saracino tra Bizzo (il biondo) e Spagnolli (il moro). Avanti con chi governa e ha la garanzia di portare a casa il nuovo governo. Addio primarie. O quasi. Perché i colpi di coda sono imprevedibili ma avvengono, appunto, in coda. Il sottosegretario che spesso porta a casa il risultato (accordi di Milano, Roma ecc.) senza dare corda alle intemperanze della Svp, dice alcune cose inequivocabili sulle intemperanze dei suoi democratici. Perché tra il rischio (interno) primarie e il rischio (esterno) di complicarsi le elezioni, Bressa, deus ex machina del partito, guarda fuori e non si ferma solo un'attimo a guardarsi dentro.

Bizzo chiede le primarie.

Non mi basta.

In che senso?

Che voglio di più. Lui, o altri non mi interessa, devono dirmi con quale programma e con quali alleati. Perché con tutta la simpatia per Roberto, non l'ha ancora detto.

Ma lei e Bizzo eravate amici margheritini...

Non c'entrano le provenienze, c'entra la politica. E scopo della politica è governare.

Anche Bizzo vorrebbe governare...

Appunto. E con chi e come lo farebbe? Immagino con lo stesso alleato strategico di oggi. E con lo stesso programma che stiamo concordando, anzi, che stanno concordando in questi giorni Pd e Svp. E allora? Oggi abbiamo un programma, un alleato strategico e un sindaco che non è mai stato sfiduciato dal suo consiglio e che garantisce sia il programma che l'alleato. Non capisco dove si voglia andare cambiando strada.

Alle primarie, pare.

Ecco l'errore. Che è tutto politico. Si chiedono le primarie prima di proporre un programma e di proporlo al principale alleato. Col rischio, molto evidente, di arrivare, alla fine, allo stesso quadro programmatico di oggi. E arrivandoci dopo lo scontro, immagino sanguinoso, delle primarie.

Che dunque andrebbero evitate?

Assolutamente. Non si mette in piedi una macchina a poche settimane dal voto. Per andare poi al voto con i cerotti.

Kompatscher l'altro giorno ha detto: sarei felice di ritrovare Spagnolli. E' un invito a non cambiare ma un invito che arriva dalla Svp...

E infatti noi abbiamo incontrato la Svp il giorno prima. Komptascher non c'entra. Come non c'entrava Durnwalder a suo tempo. Con tutto il rispetto, il Pd vuole confrontarsi sul programma.

Ha sentito Spagnolli?

E un po' di tempo che non lo sento. Il Comune va avanti per la sua strada, io non c'entro. Ma al di là dei colloqui personali, ripeto, vorrei che Bizzo o altri presentassero pubblicamente un programma di governo alternativo e alleanze alternative su cui discutere. Altrimenti si parla d'altro.

Vale a dire?

Di uomini. Che è l'opposto di quello che vorrei da un partito che si confronta sulle elezioni. Avverto che a Bolzano sta avvenendo uno scontro tutto personale. Io così, tu colà. L'unica cosa concreta che ho sentito è che uno vorrebbe le telecamere e l'altro meno. Mi sembra poco per decidere sul governo di una città".

Bizzo oggi è il Commissione dei Sei, come lei. Che dice?

Che è una poltrona molto importante. Di questi tempi si sta decidendo la riforma dell'autonomia, mica scherzi. Il Pd ha un suo uomo in consiglio e in commissione. E' lì per parlare a nome del Pd e per cambiare lo Statuto. Mi sembra un ruolo strategico, non dico che è più strategico del sindaco di Bolzano ma forse sì, che dite?.

Dice che dovrebbe accontentarsi?

Dico che il Pd, se tutto va bene, avrà il sindaco di Bolzano e un suo uomo a decidere della nuova autonomia.













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