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Bressanone: due ragazzi caduti nell'Isarco, ma non era vero

L'allarme lanciato alle 19 da un compagno di sbronze carnevalesche. Due ore di ricerche, impegnati oltre cento uomini con gommoni e sommozzatori del soccorso fluviale. Poi si è scoperto che i due "scomparsi" erano rientrati a Bolzano. Altamente probabile una denuncia per procurato allarme



BRESSANONE. Ore drammatiche nella serata di giovedì 4 febbraio per i soccorritori di mezzo circondario, che per oltre due ore hanno cercato due ragazzi che erano stati visti finire nel greto del fiume Isarco, senza più fare ritorno.

Solo dopo le 21.30 è arrivato il tanto atteso cessato allarme, in quanto i due sono stati ritrovati sani e salvi a Bolzano.

Come prassi vuole però, la segnalazione era bastata per far scattare l'allarme generale e portare sul campo oltre un centinaio di vigili del fuoco volontari di cinque caserme, carabinieri, Croce Bianca e sommozzatori volontari del gruppo di soccorso acquatico.

L'allarme è scattato poco dopo le 19.30, quando un ragazzo che si trovava in zona industriale è sbucato dal nulla, fiondandosi in mezzo alla strada per fermare un automobilista di passaggio per chiedere aiuto. Visibilmente sotto choc e in probabile stato di ebbrezza, ha raccontato all’automobilista di due suoi conoscenti che si erano allontanati lungo il greto del fiume, all'altezza del “Campan”, senza più far ritorno.

In pochi minuti l'intera zona industriale si è riempita di sirene e lampeggianti blu, coinvolte anche le caserme di Millan, Albes, Sarnes, San Pietro Mezzomonte e Chiusa.

Il letto del fiume è stato battuto a piedi dai pompieri muniti di torce, mentre i sommozzatori hanno perlustrato le acque del fiume sui gommoni. Attimi concitati che si sono protratti per ore, in quanto il giovane che aveva segnalato l'accaduto stentava a dare una versione credibile dei fatti. Inizialmente la persona scomparsa sembrava una sola, poi erano diventate due, infine non ricordava le loro provenienze ecc.

Sotto choc è stato trasportato alla stazione dei carabinieri per essere ascoltato con tutta calma e per contattare i genitori degli scomparsi. I due erano beati e tranquilli a Bolzano.

Per i tre giovani, ora, sembra prospettarsi una denuncia per procurato allarme.













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antonella mattioli

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