Broggi: «Adesso sui rifugi la Provincia cambi regole»

Il presidente del Cai dopo la gara deserta: «Noi e l’Avs siamo sempre disponibili» Sui costi di gestione: «Avremmo dovuto aumentare l’affitto ai gestori»


di Francesca Gonzato


BOLZANO. 25 rifugi in cerca di gestione. Andato deserto il bando provinciale, il Cai spera che la Provincia studi una alternativa che rimetta in pista l’alleanza del Cai stesso con l’Avs. «Le condizioni della Provincia non erano accettabili», ribadisce il presidente Giuseppe Broggi.

Il presidente provinciale Arno Kompatscher ha sottolineato l’altro giorno che la Provincia ora «potrà indire un nuovo bando con un prezzo più basso oppure passare alla licitazione privata». La Provincia chiedeva 261 mila euro all’anno per i 25 rifugi di sua proprietà (ex demanio militare), cui andrebbero aggiunte, secondo i due club alpinistici, altre decine di migliaia di euro per tasse (Imi compresa), assicurazioni e manutenzioni ordinarie. Così Broggi.

In Provincia c’è irritazione per la decisione di Cai e Avs di non partecipare al bando.

«In realtà abbiamo deciso di partecipare in modo diverso. Abbiamo presentato gli incartamenti con le nostre proposte, ma non la cifra richiesta perché non la riteniamo consona. Visto che la gara è andata deserta evidentemente i problemi non riguardano solo Cai e Avs».

Avete calcolato il rischio che così si irrigidisse la situazione?

«Ci piace giocare a carte scoperte. Se si fosse fatta avanti un’altra cordata, saremmo rimasti fuori dai giochi. Per come è stato studiato il bando vedevamo almeno due grossi pericoli all’orizzonte. Dovendo farci carico anche di tasse, assicurazioni e manutenzioni ordinarie, non ce la avremmo mai fatta. Avremmo dovuto alzare gli affitti ai gestori dei rifugi oppure mettere a repentaglio i fondi del club, necessari per i nostri progetti. Ma aumentare gli affitti a chi ancora vuole prendere in gestione un rifugio sarebbe impossibile in questo momento di crisi».

La stagione è andata molto male.

«Ma la crisi non riguarda solo questa estate di cattivo tempo, che ha messo in ginocchio molti gestori. I rifugi vivono una crisi più profonda. I frequentatori sono in calo, soprattutto coloro che pernottano».

La giunta sostiene che non avrebbe potuto chiedere meno di quanto non riscuota già oggi con gli affitti dei rifugi.

«Anche se non ci fosse il problema dei costi a parte per tasse e manutenzioni, alla Provincia ricordiamo che non si può impostare questa gara come se stessimo parlando di normali strutture ricettive. I rifugi sono un presidio per chi va in montagna, soprattutto in alta montagna, e luoghi di cultura. Ritengo ancora equilibrata la nostra proposta: Cai e Avs incassano gli affitti, pagano le spese e a fine anno liquidano la differenza alla Provincia».

Sperate in una assegnazioni diretta, adesso che la gara è andata deserta?

«Speriamo che si possa tornare a parlare con la Provincia. Siamo una associazione no-profit. Possono trovare una soluzione».

Nella scorsa legislatura l’ipotesi era di arrivare a una società di gestione tra Provincia, Avs e Cai. Perché è tramontata?

«Non l’ho capito. Era una bella idea, ma non se n’è più parlato».

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