Brunico, un progetto per rifare la torre dell’imperatore

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di Ezio Danieli


LA VILLA. Le proposte per un programma politico-culturale a favore della minoranza linguistica ladina, parallelo a una raccolta di firme di adesione, fa parte del documento, elaborato da Erwin Valentini e Lois Trebo, che verrà discusso con le varie sezioni dell'Union Generela dei ladini (che ha dato il benestare all'iniziativa) stasera nella casa delle associazioni di La Villa nell'ambito degli incontri sulla Convenzione sull'Autonomia.

Le proposte vanno dalla richiesta di accorpamento dei comuni ladini del Veneto all’Alto Adige come da referendum del 2007, all'adozione del cosiddetto ladino standard o unificato quale forma scritta ufficiale negli atti pubblici delle Provincie autonome e della regione Trentino Alto Adige. Il memorandum prevede anche che "la Lia di Comuns Ladins debba essere dotata di competenze e mezzi" per adoperarsi "per la parificazione dei diritti di tutte le zone ladine”. Si chiede che le Provincie autonome e la Regione Veneto riconoscano l'Union Generela di Ladins dla Dolomites "quale rappresentante culturale di tutti i ladini dolomitici e quale interlocutrice principale della Lia di Comuns Ladins, seguendo l'esempio della Lia Rumantscha in Svizzera".

Non manca il tema della viabilità, attuale visto che le Provincie di Bolzano e di Trento dovrebbero far scattare in estate (almeno sul Passo Sella) provvedimenti di limitazione del traffico: "I collegamenti stradali dei passi dolomitici sono la via di comunicazione principale fra i ladini e vanno apprestati in modo da consentire la circolazione tutto l'anno - si legge nel documento - L'introduzione di un pedaggio o di altre limitazioni alla circolazione comporterebbe probabilmente ulteriore divisione e isolamento delle valli ladine".

C'è poi uno impegno chiesto alla Provincia di Bolzano: "In base allo Statuto di autonomia i ladini sono rappresentati in consiglio provinciale ma in giunta provinciale entrano solo con il consenso della maggioranza. L'articolo 50 va modificato nel senso di trasformare la facoltà di rappresentanza in giunta in mano alla maggioranza in diritto della minoranza”. Con un consigliere solo, prosegue il memorandum, "i ladini sono sottorappresentati e non possono nemmeno coprire le cariche istituzionali riservate al gruppo, quali la vicepresidenza del consiglio e l'assessorato richiesto”. Segue la richiesta, specifica per la provincia di Bolzano, che "ai ladini sia garantita la rappresentanza nel Tar e nelle Commissioni statutarie dei 12 e dei 6". Altra richiesta: "Per importanti servizi pubblici (intendenza, tavolare, catasto, lavoro...) vanno costituiti uffici periferici nelle valli ladine per arrestare la forte emigrazione e garantire l'uso della lingua ladina”.

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