Bruno Vespa respinge le accuse: «Trappola? Ma per piacere...»

Il giornalista difende l’imparzialità della contestata puntata di «Porta a Porta» sulle “speciali”

Foto: tutto inizia con un tweet

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La redazione di Porta a Porta nega l'agguato


di Chiara Bert


BOLZANO. Bruno Vespa difende la puntata di «Porta a porta» dedicata alle autonomie speciali. «Nessun agguato», è la sua replica alle proteste del presidente provinciale Arno Kompatscher, ospite in collegamento da Bolzano. Vespa ha risposto alle nostre domande. Ecco l’intervista.

Protesta Kompatscher e il presidente della Provincia di Trento Ugo Rossi ha parlato di «una trappola preparata a tavolino», il cui mandante sarebbe la burocrazia dello Stato centrale. In sostanza, l'accusa è di voler mandare il messaggio che i problemi dei conti pubblici italiani siano da ascrivere alle autonomie, che invece hanno dimostrato di funzionare. Non è rischioso mettere nello stesso calderone tutte le autonomie, senza entrare nel merito di come i soldi vengono gestiti?

«Trappola preparata a tavolino? Manipolazione della verità? Sono su piazza da quarant’anni e da 18 conduco “Porta a porta”. Mai, dico mai, e Dellai lo sa bene perché è stato mio ospite, nessuno mi ha mai accusato di manipolare la verità o di preparare trappole. Sulla base di un libro appena uscito di Pierfrancesco De Robertis, mi sono limitato ad osservare che c’è una forte disparità tra i servizi forniti dalle Regioni a statuto ordinario e quelle a statuto speciale, la cui autonomia risale a ragioni storiche indiscutibili, ma a mio giudizio ormai superate. So bene che il Trentino Alto Adige amministra bene i soldi, al contrario della Sicilia, ma bastava assistere in buona fede al programma per capirlo dalle domande fatte al presidente della Provincia di Bolzano e quelle al presidente della Regione Siciliana. Se da un lato si chiede conto delle badanti e dall’altro di un dirigente ogni nove dipendenti anche i ciechi capiscono la differenza. Non mi sono mai sognato di proporre la distruzione di quel che funziona, ma solo di riconsiderare serenamente alcuni punti in un momento di grave crisi economica e sociale».

Alla trasmissione viene contestato di aver dato informazioni sbagliate, come gli 800 euro per le badanti o le cure dentarie gratuite fino ai 15 anni, sostegni che invece vengono dati solo a fasce di reddito basse.

«Dai documenti della provincia di Trento, risulta che tutti – fino ai 18 anni e indipendentemente dal reddito – hanno diritto alle cure primarie gratuite (screening, pulizia). Le cure secondarie (otturazioni, estrazioni, cure canalari) sono gratuite per tutti fino a 15. Le cure ortodontiche sono gratuite fino a 18 anni solo per certe fasce di reddito. E’ vero che per le badanti c’è un limite di reddito che per l’indicatore Icef in genere non è troppo basso. Ma possiamo aggiungere, condizioni variabili, contributi alle vacanze, assegni di maternità e di paternità, sostegno dello psicologo pubblico, esenzione dai ticket per il terzo figlio. Sono cose bellissime e bene amministrate, assolutamente degne di un paese civile, ma se vengono tassati oltre la norma gli stipendi più alti, tagliate le pensioni più alte, bloccati aumenti di stipendio e scatti di anzianità, una riflessione è consentita senza che si gridi allo scandalo e alla provocazione o no? »

Alto Adige e Trentino rivendicano che dal 2009, quando firmarono l'accordo di Milano, le imposte che rimangono nelle nostre Province non sono più i 9 decimi del gettito, ma poco più di 7 e che le due Province hanno proposto da due anni allo Stato un accordo in cui chiedono di adottare il meccanismo del residuofiscale per allinearsi a Lombardia e Veneto. Cosa dovrebbero fare le autonomie speciali per non essere accusate di essere privilegiate?

«Lo statuto regionale attualmente in vigore per Trento e Bolzano (articoli 69/75) prevede che le due Province trattengano i nove decimi di tasse e imposte. Sull’accordo di Milano le interpretazioni sono controverse: alcuni esperti sostengono per esempio che in quell’accordo lo Stato si impegnò a dare un certo contributo, attribuendo però al Trentino Alto Adige maggiori competenze. Poiché le autorità regionali ritengono che i contributi non coprano le maggiori competenze, hanno ricalcolato – in maniera credo di capire non ufficiale – il minor vantaggio fiscale. Ma lo statuto parla chiaro. Credo che l’allineamento alla Lombardia e al Veneto vada incoraggiato: sarebbe un ottimo segnale per conservare al Trentino Alto Adige la simpatia che merita».

Lei ha obiettato a Kompatscher che “gli Stati sono anche fatti di solidarietà". Qui si ribatte che le Province non si sono mai sottratte alla compartecipazione e alla solidarietà, dai fondi per i Comuni di confine agli interventi in occasione delle grandi emergenze nazionali come il terremoto in Abruzzo, che - si dice - Vespa conosce bene.

«Credo di aver esaltato in ogni trasmissione il magnifico intervento della provincia di Trento in Abruzzo. Ho sempre ricordato che a tempo di record nel 2009 i vostri falegnami hanno costruito un meraviglioso asilo a Onna con i soldi raccolti da ‘Porta a porta’. Sull’aiuto ai comuni confinanti sarei più cauto. Salvo che in due casi minori, Trento e Bolzano non hanno mai accettato l’ingresso di comuni confinanti e fino a poco tempo fa non avevano contribuito al ‘Fondo Brancher’ per il sostegno dei comuni vicini. Se nell’ultimo periodo le cose fossero cambiate, ne saremmo ovviamente lieti».

Intende tornare sul tema invitando per esempio in trasmissione il governatore del Trentino?

«Se torneremo sul tema, allargando il confronto a livello nazionale, lo faremo molto volentieri. Mi consenta di dire, in conclusione, che questa polemica mi ha molto addolorato. Ho sempre amato la vostra regione, ho molti amici lì, anche tra i vignaioli che rappresentano una punta di eccellenza dell’enologia italiana. E’ un falso documentato che io abbia spento il microfono al presidente della provincia di Bolzano e che non gli abbia consentito di rispondere alle domande. Si tratta tra l’altro di una persona garbatissima, con cui c’è stata dialettica, mai scontro. Che peccato….».

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