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«Buona Scuola», i precari contestano la Provincia

BOLZANO. La battaglia dei precari della scuola italiana per il decreto sulla «Buona Scuola» - applicato nella versione bolzanina - continua e l’impugnazione da parte del consiglio dei ministri ha...



BOLZANO. La battaglia dei precari della scuola italiana per il decreto sulla «Buona Scuola» - applicato nella versione bolzanina - continua e l’impugnazione da parte del consiglio dei ministri ha dato ulteriore forza alle proteste.

«Nel comunicato stampa che ha accompagnato l’impugnazione del governo - scrivono in una nota i docenti - si evince in modo evidente come, tra gli aspetti contestati, rientrino specificatamente alcuni meccanismi per l’assunzione del personale insegnante». Nel testo questo viene definito «eccedente alle competenze attribuite alla Provincia autonoma di Bolzano dallo Statuto Speciale e contrastante con i principi fondamentali in materia di istruzione». «Ne consegue - continua il documento - una violazione dello stesso Statuto e del principio di parità di trattamento e del pubblico concorso».

I precari, dunque, continuano nelle richieste avanzate da mesi alla Sovrintendenza e alla giunta provinciale.: un sistema di reclutamento che sia uguale per tutti. «Chiediamo la messa in regola a tempo indeterminato di tutti i precari per evitare che dal resto d’Italia possano arrivare numerosi docenti a fare domanda scavalcando chi, da anni, insegna sul territorio. L’atteggiamento assunto dalla Provincia è illegittimo e anti costituzionale perché non rispetta l’uguaglianza tra i lavoratori».

Gli insegnanti, in ragione di questo, stanno portando avanti un progetto di class action contro l’amministrazione. «La discriminazione è nelle cose. La sovrintendente scolastica Nicoletta Minnei si ostina a parlare del principio del fabbisogno effettivo - conclude il portavoce Enrico Palazzi - e noi continuiamo a ribadire che i nostri diritti, in questo modo, vengono calpestati. Senza contare che anche il lavoro prestato dai precari rientra in quello che è il fabbisogno della scuola del nostro territorio». (a.c.)

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