Burqa, vescovo tollerante Kompatscher più rigoroso

Muser: «La croce è importante ma sarebbe sbagliato vietare il velo» Il governatore: «Lo Stato ha previsto - giustamente - il divieto di coprire il volto»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Sull’uso del burqa – abito femminile che copre interamente il corpo, compreso il volto – è divisa anche la società altoatesina. L’acceso dibattito, che va avanti da giorni nel vicino Tirolo, è arrivato anche a Bolzano. Il vescovo difende il crocifisso nelle aule scolastiche ma sottolinea come «sarebbe sbagliato vietare il «burqa», mentre il governatore altoatesino Arno Kompatscher è più rigoroso e si dice d’accordo con le leggi nazionali che vietano di coprirsi totalmente il volto. Soprattutto per una questione di sicurezza.

«Il tema - ha spiegato ieri Kompatscher in conferenza stampa - è decisamente complesso. Prima di tutto va ricordato che lo Stato ha già legiferato, prevedendo il divieto di coprirsi il volto. Giustamente, direi. Oltre a questo sono stati depositati diversi disegni di legge in Parlamento per specificare meglio la tematica, visto che esistono diversi modi di portare il velo. È giusto valutare quali forme siano compatibili. Non credo infatti che si possa fare tutto in base all'argomento del rispetto delle tradizioni e delle convinzioni religiose». Tra i tanti interventi c’è anche quello del vescovo: «L'importante - spiega Muser - è che la croce non sia utilizzata per motivi politici. Credo, poi, che una società senza religione sarebbe pericolosa. La croce rappresenta i valori cristiani fondamentali e questa discussione sui valori va portata al centro della società».

Il vescovo richiama al rispetto reciproco tra le varie religioni ed afferma di non essere particolarmente favorevole a un divieto dell'uso del burqa, come invece in Austria da alcune parti viene richiesto. In Austria si è ipotizzato il divieto del burqa in pubblico nel giro di un anno e mezzo.

L’ultima polemica in ordine di tempo in Alto Adige sull’uso del burqa c’era stata ad Ortisei. dove in consiglio comunale c’era chi si era lamentato «per i troppi veli integrali» in paese. ««Abbiamo notato che sono sempre più numerosi gli arabi in ferie nella nostra zona - aveva detto il consigliere Manuel Kasslatter - e che le loro donne indossano il caratteristico costume con il copricapo. È una situazione che stride con la nostra cultura: non abbiamo nulla contro questa tradizione musulmana ma il burqa qui da noi non va bene, è contro i costumi tipici della gente ladina. Per gli operatori turistici il problema non si pone neppure: «È gente corretta che viene nei nostri esercizi e spende parecchio. Le donne con il viso coperto non creano alcun disagio nella popolazione. Bisogna essere tolleranti».













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