Bus a idrogeno: ora i costi salgono a dodici milioni di euro

L’assessore Mussner : «Tre milioni sono per la ricerca, ma è un rischio calcolato». Fissata per domani la visita al centro per la produzione di idrogeno a Bolzano sud


di Massimiliano Bona


BOLZANO. La terza commissione legislativa della Provincia presieduta da Walter Baumgartner ha fissato per lunedì un sopralluogo al centro della Iit (Institut für Innovative Technologien) per la produzione di idrogeno a Bolzano Sud. La visita è la conseguenza di una serie di interrogazioni sull’argomento del consigliere provinciale di «Alto Adige nel cuore» Alessandro Urzì che è intenzionato a presentare un esposto sull’argomento alla Corte dei Conti per denunciare presunti sprechi.

Intanto, dalla risposta all’ultima interrogazione da parte dell’assessore provinciale Florian Mussner emergono altri dati interessanti. A partire dai costi di questo progetto che salgono - contando quanto speso nel triennio 2010/2012 - a 12 milioni di euro, senza considerare le infrastrutture necessarie.

«Chiederò alla Commissione - sottolinea Alessandro Urzì - che venga fornita un’analisi dettagliata delle spese sostenute finora, quelle dirette e soprattutto quelle indirette». Nella risposta la Provincia glissa sui costi delle infrastrutture e si sofferma solo sui costi della ricerca. Per gli anni 2010, 2011 e 2012 - si legge - è stato investito 1 milione e mezzo. Oltre ai 9 milioni per i 5 bus, manutenzione inclusa. «A cui bisogna aggiungere - precisa Urzì - il nuovo milione e mezzo investito per i prossimi tre anni».

Nella risposta all’interrogazione si ricorda che i membri del cda dell’Itt lavorano gratuitamente. Ma rimane incerta la cifra relativa agli investimenti materali sopportati (le infrastrutture in costruzione alla “Spaghettata” di Bolzano sud e le tecnologie annesse). Fa riflettere anche la risposta di Mussner all’obiezione, di Urzì, «se non si ritenga di riconoscere che la ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie spettino ai privati soprattutto in un momento di crisi». Mussner ammette che si tratta «di investimenti ingenti e soggetti ad alto rischio di fallimento di mercato».

E ancora: «Essendo tali ricerche altamente rischiose è molto improbabile che soggetti privati, specialmente in ambiti territoriali limitati come l'Alto Adige, possano prendersi carico di investimenti così elevati e con un tempo di ritorno economico così lontano». Sembrano legittime, pertanto, le perplessità di Urzì: «Altro che rischio calcolato. La Provincia azzarda investimenti con denaro pubblico per una tecnologia che potrà garantire un rientro economico, non si sa quando, non si sa come, non si sa in che ammontare. E intanto, però, le risorse finanziarie si volatilizzano. Come idrogeno al vento. È legittimo che si investano risorse che oggi sarebbe necessario destinare al sociale e alla copertura delle emergenze legate ad una crisi sempre più aggressiva nel mercato del lavoro che interessa anche le imprese locali?».

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