Bus ibridi, condannati Widmann e Jellici

Sentenza della Corte dei Conti: il presidente del consiglio regionale dovrà pagare 79mila euro, l’ex direttore 34mila


di Alan Conti


BOLZANO. Nel 2011 l'attuale presidente del consiglio regionale Thomas Widmann agì, da assessore provinciale al trasporto pubblico, con «macroscopica imprudenza e totale indifferenza dell'agire amministrativo». Sono le parole che accompagnano la sentenza di condanna della Corte dei Conti a carico di Widmann e dell'ex direttore dell'ufficio provinciale trasporti Gianfranco Jellici. Un giudizio pesante, dunque, sull'operato del politico della Svp e del suo funzionario di fiducia.

La sentenza. La vicenda, nota da tempo, è quella legata alla gestione di tre autobus ibridi (elettrici con motore a scoppio) pagati 171.321 euro dalla Provincia per una sperimentazione mai tenuta e contestati dal procuratore Robert Schülmers. I chilometri percorsi dai tre mezzi - ritenuti all’avanguardia - sono più che eloquenti: zero. Il presidente della sezione giurisdizionale della Corte dei Conti di Bolzano Paolo Neri, il consigliere relatore Enrico Marinaro e il consigliere Irene Tomaseth non hanno avuto dubbi nell'imporre a Widmann il risarcimento di 79.600 euro e a Jellici di 34.114 euro: soldi che dovranno tornare nelle casse pubbliche provinciali.

Ai due amministratori sono state contestate le spese per due dei tre bus in questione. Un danno erariale da saldare al 70% da parte dell'ex assessore provinciale e al 30% dal funzionario. Entrambi sono stati difesi dagli avvocati Gerhard Brandstätter e Andreas Widmann. Anche le spese legali di 440,02 euro, con uguale ripartizione percentuale, sono state addebitate agli imputati.

Il «flop» dei bus sperimentali. Secondo i giudici della Corte dei Conti, dunque, Widmann e Jellici avrebbero deliberatamente deciso di acquistare gli autobus ibridi senza curarsi minimamente di verificare il loro possibile uso nel contesto del trasporto urbano del territorio. Due furono assegnati alla Sasa per i tracciati interni a Bolzano e alla Bassa Atesina (per un costo di 113.724 euro) e uno alla Holzer Busreisen (57.607 euro) per un percorso a Dobbiaco. Quest’ultima è stata una scelta del Ministero dell'Ambiente e per questo il mezzo è stato stralciato dalla contestazione. Lo stesso Ministero, però, si era premurato di avvertire gli amministratori di utilizzare i bus solo in ambito strettamente urbano. I mezzi, infatti, hanno subito palesato una certa difficoltà a muoversi sulle strade in salita e con una certa pendenza. Nel novembre 2011, però, la Provincia decise di sottrarre i mezzi dalla competenza di Sasa per affidarli a Sad senza alcuna motivazione tecnicamente plausibile. «Queste disposizioni non furono mai argomentate con una relazione dettagliata», afferma l’ex direttore di Sasa Felix Rampelotto.

È la stessa Corte dei Conti a ricostruirne il motivo: molto poco tecnico e decisamente politico a giudizio della sezione giurisdizionale. Widmann e Jellici, infatti, erano entrati in rotta di collisione con Sasa per la progettazione e la pubblicità data alla nuova linea 15 con percorso nel centro storico di Bolzano. Per la municipalizzata si dovevano utilizzare proprio i due nuovi mezzi ibridi. Al punto che venne dato un annuncio in tal senso anche alla stampa. Lo strappo e la trasparenza della discussione non furono apprezzati dai due accusati che decisero di privare Sasa degli autobus per utilizzarli, con Sad, nel progetto pilota della tratta Appiano-Caldaro. Il percorso dell'Oltradige, però, tutt’altro che piatto e del tutto inadatto a mezzi sperimentali di quel tipo che, appunto, non furono mai utilizzati. Una mail inviata da Jellici ed inserita in sentenza lascia intuire che si trattò di una ritorsione politica operata da un funzionario privo di qualsiasi autorità per ribaltare un decreto. «Ci siamo trovati - scrive l’ex direttore - con i giornali pieni di articoli che davano per imminente la messa in esercizio della nuova linea 15 quando ancora eravamo in una fase di ricerca. Avete fatto fare una pessima figura sia a noi sia al Comune di Bolzano con queste pubblicazioni. Per questo dispongo l’immediata restituzione degli autobus ibridi messi a disposizione per la linea 12».

La Corte dei Conti fa cenno anche in sentenza alla totale assenza di richieste risarcitorie da parte della Provincia verso l'azienda produttrice dei mezzi che faticavano ad andare in salita: la Ept Srl della Provincia di Brescia. Il difetto tecnico, quindi, non sarebbe stato nè approfondito e tantomeno fatto presente a chi di dovere.

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