Caccia all’evasore fiscale su scala internazionale

La Guardia di Finanza del Trentino Alto Adige ha scovato forme di elusione grazie a fittizie localizzazioni all’estero di società operanti in regione



BOLZANO. La Guardia di Finanza del Trentino Alto Adige, coordinata dal generale Attardi, nei primi 5 mesi dell’anno ha recuperato a tassazione 110 milioni di euro che erano stati sottratti al fisco. Si tratta di un primo rilevante risultato della lotta all’evasione fiscale internazionale che ha riguardato aspetti della cosiddetta «esterovestizione» societaria messa in atto da chi colloca artificiosamente all’estero una parte delle loro realtà aziendali. Con il termine «esterovestizione» si intende, infatti, la fittizia localizzazione all’estero della residenza fiscale di una società che, al contrario, ha il centro dell’amministrazione gestionale in Italia. Lo scopo principale della delocalizzazione (di solito in un Paese con un regime fiscale più vantaggioso di quello italiano) è di fare in modo che gli utili siano sottoposti ad una minore tassazione o di godere di regimi previdenziali ed assistenziali di maggior favore. Altro caso rilevante ai fini della fiscalità internazionale è quello della cosiddetta «stabile organizzazione» che è, di fatto, una succursale di un’impresa estera operante sul nostro territorio i cui redditi dovrebbero essere tassati in Italia anche se destinati a confluire nel bilancio della casa madre estera. In Alto Adige sono state individuate due ditte che avevano così sottratto al fisco ricavi per 2 milioni e 300 mila euro.

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