Cade un’altra testa Si dimette Tappeiner

Dopo l’Obmann Theiner, rassegna le dimissioni il presidente di Pensplan Decisivo il suo parere sui vitalizi d’oro. Kompatscher: «Scelta opportuna»


di Antonella Mattioli


BOLZANO. Dopo Richard Theiner che dieci giorni fa ha rassegnato le dimissioni da Obmann della Svp, ieri lo tsunami dei vitalizi d’oro ha travolto Gottfried Tappeiner - presidente del Pensplan, docente universitario ad Innsbruck e stretto collaboratore nella precedente legislatura dell’assessore Martha Stocker - ritenuto l’artefice “tecnico” di un operazione scandalosa. La comunicazione ufficiale ieri, poco dopo mezzogiorno. «Il presidente della Provincia di Bolzano annuncia - così la nota - che la lettera di dimissioni di Gottfried Tappeiner gli è stata recapitata nella giornata di sabato. Il passo indietro dell'ormai ex presidente di Pensplan è motivato dalla "discussione che è nata attorno al mio ruolo sui parametri di calcolo dei vitalizi ai politici regionali". Lo stesso Tappeiner conclude la sua missiva spiegando che "nell'attuale situazione non mi sento in grado di rappresentare al meglio la società che presiedo verso l'esterno"».

Inutile tentare di saperne di più dal diretto interessato: «Nulla da dire».

Per il manager meranese, che ha seguito la crescita di Pensplan, il progetto nato nel 1997come iniziativa pubblica per la promozione e lo sviluppo della previdenza complementare nella Regione Trentino - Alto Adige, non deve essere stata una scelta facile. Ma ormai inevitabile.

Ha resistito fino a quando ha potuto, poi ha ceduto alle pressioni del presidente della giunta provinciale di Bolzano Kompatscher e del suo collega trentino Ugo Rossi. Pressati a loro volta dalla piazza. Di sabato l’ultimatum lanciato dal Forum Politiker Renten, tra i promotori di una delle tre proteste organizzate davanti ai Palazzi provinciali contro lo scandalo dei vitalizi, in cui si davano 10 giorni di tempo al presidente di Pensplan per fare le valigie: «Altrimenti torniamo a protestare davanti alle finestre del Pensplan». Ma né Kompatscher a Bolzano né Rossi a Trento possono permettere che la tensione aumenti ulteriormente. Di qui l’accelerata.

Il pressing di Kompatscher. «Ci siamo sentiti nei giorni scorsi - ammette il presidente della giunta altoatesina - e io gli ho detto che forse era il caso di tirare le conseguenze di quanto successo. Ci ha pensato e sabato mi ha comunicato la decisione di rassegnare le dimissioni per evitare che il suo ruolo potesse avere riflessi negativi sul Pensplan. Lo ritengo un passo opportuno».

Dopo Theiner e Tappeiner cadranno altre teste?

«L’ho detto e lo ripeto: voglio avere un quadro completo di quanto successo. Voglio capire esattamente chi ha fatto cosa, onde evitare che come accade in questi giorni si faccia di tutte le erbe un fascio».

Il ruolo di Tappeiner. In un primo momento l’ormai ex presidente del Pensplan, in un’intervista aveva negato di aver proposto all’Ufficio di presidenza della Regione un tasso di sconto dello 0,81%, ovvero uno dei parametri che hanno prodotto lo scandalo dei vitalizi d’oro. I verdi hanno però reso pubblico il testo che conferma come il parere di Tappeiner abbia giocato un ruolo determinate in tutta la vicenda.

I suoi consigli tecnici sono stati alla base della decisione politica sull’aspettativa di vita e sul tasso di sconto che hanno fatto lievitare gli indennizzi agli ex consiglieri regionali, fino ad arrivare a superare in certi casi il milione a testa. Ma c’è anche un altro aspetto in questa vicenda: Pensplan, controlla Pensplan Invest Sgr che gestisce il famoso fondo Family, dove sono confluiti 31 milioni di euro della Regione provenienti dal fondo di garanzia per i vitalizi dei consiglieri.

Il parere. Ai primi di aprile del 2013 così il professor Tappeiner scriveva all'allora presidente del consiglio regionale Rosa Thaler, su esplicita richiesta di quest'ultima: «Cara Rosa, ti rispondo come economista, in quanto si tratta più di dati tecnici che istituzionali». Lo scritto fa riferimento alle aspettative di vita dei politici da applicare in regione. «Per l'aspettativa di vita restante di un 65enne la differenza si traduce in una valore del 13,6 per cento». Ovvero quattro anni di vita in più assegnati agli ex consiglieri rispetto alle tabelle di mortalità. È uno dei punti chiave della delibera con cui l’ufficio di presidenza del consiglio regionale, il 9 aprile dello scorso anno, ha adottato i parametri per la contestata attualizzazione dei vitalizi agli ex consiglieri. Il parere passa poi alla determinazione del tasso di sconto: «Per quest'ultimo si dovrebbe partire da un fattore reale dello 0,81 %». Un tasso straordinariamente basso, visto che il tasso medio è intorno al 2-3%: cosa questa che ha fatto aumentare di parecchio la parte dei pagamenti anticipati ai consiglieri. Il motivo: nel caso di somme anticipate su pagamenti futuri (la quota del vitalizio rientra in questi), dal totale va tolto ciò che una persona, investendo ad un normale tasso d’interesse questi soldi, può ricavare negli anni.













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