Caldaro, le due cantine sono pronte per la fusione

Fissate per il 7 gennaio le assemblee dei soci, in passato piuttosto scettici Sta per nascere - con 510 ettari di vigneti - l’azienda più grande in Alto Adige


di Massimiliano Bona


CALDARO. La partita non è ancora chiusa, ma questa volta sembrano esserci davvero tutti i presupposti per arrivare, in tempi brevi, alla fusione tra le due cantine di Caldaro (Prima & Nuova e Cantina sociale). L’operazione potrebbe portare alla costituzione dell’azienda più grande in campo vitivinicolo su scala provinciale. Ricordiamo che tentativi analoghi erano naufragati miseramente alcuni anni fa, quando ormai erano state convocate le assemblee dei soci. La bocciatura, all’epoca, fu abbastanza netta e soprattutto difficile da digerire. La serata informativa, con i soci delle due cantine, è stata fissata per il 7 gennaio e già allora dovrebbe essere possibile capire se è davvero cambiato il vento.

Questa volta, pur con tutta la prudenza del caso, a ritenere che ci siano i presupposti per arrivare ad un’intesa è il vice Obmann della Erste & Neue di Caldaro Walter Schullian che ad un giornale di lingua tedesca ha dichiarato di essere cautamente ottimista.

«Non sono un profeta - ha spiegato - ma questa volta sembrano esserci buone speranze».

Tra l’altro dopo l’uscita di scena del deputato della Volkspartei Manfred Schullian la Prima & Nuova cantina di Caldaro non ha più un Obmann e le dimissioni potrebbero accelerare l’iter per arrivare ad un accordo in un lasso di tempo ragionevolmente breve.

«Se le cose dovessero andare in modo spedito potremmo arrivare ad una fusione tra le due cantine già entro aprile o maggio».

Ad avere particolare importanza in questo momento è che entrambi i consigli di amministrazioni sembrano essere al 100 per cento a favore della fusione. L’unione delle forze, mai come in questo caso, potrebbe ridurre le spese e aumentare i profitti. Lo scoglio è costituito, dunque, dalle due assemblee dei soci.

Qualora si arrivasse alla fusione la Cantina sociale di Caldaro metterebbe sul piatto 280 ettari di vigneti e la Prima & Nuova 230 ettari. Si tratterebbe della prima cantina altoatesina per grandezza, con possibilità di realizzare economie di scala oggi impensibili.

«Sul mercato - conclude Walter Schullian - saremmo sicuramente più competitivi».

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