Campo nomadi, restano i dubbi

L’associazione Olimpia incontra il Comune: si cercano soluzioni in attesa del trasferimento dei Sinti


di Simone Facchini


MERANO. Un tavolo di confronto per tamponare la situazione, in attesa che il nuovo campo nomadi diventi realtà. Portando con sé la soluzione di tutti i problemi? Per l'amministrazione comunale parrebbe di sì, ma i dubbi, a un paio di giorni dall'incontro-confronto, restano.

Soprattutto da parte dello staff dirigenziale, degli allenatori e dei genitori dei giovani calciatori dell'Olimpia. Circa 300 ragazzini che settimanalmente si allenano sul terreno di gioco della confluenza, confinante con quel campo nomadi con cui la convivenza s'è fatta a dir poco complicata. Prima lamentele, poi proteste sempre più vibrate e infine anche denunce: per cercare di comporre la situazione, da sempre difficile ma negli ultimi tempi degenerata, la giunta comunale ha accolto una delegazione dell'Olimpia in municipio. Forse la presenza di una rappresentanza dei Sinti sarebbe stata utile. A ogni modo, sindaco Januth e vicesindaco Balzarini, assieme all'assessore allo sport Casolari e al comandante dei vigili urbani Piras, hanno ascoltato le rimostranze e messo sul piatto le mosse in atto per dirimere le controversie e i piani per una soluzione definitiva. La lista di intemperanza sciorinate dai responsabili della società calcistica è lunga: ultima questione in ordine di tempo, il fumo che si sprigiona dai fuochi accesi per riscaldare le unità abitative utilizzando materiali di scarto. Il rogo che ha incenerito una roulotte e una casupola meno di dieci giorni fa, proprio al limitare del rettangolo di gioco, non ha fatto altro che esacerbare i toni e lievitare l'apprensione. Ma, hanno snocciolato i dirigenti dell'Olimpia, di volta in volta si devono fare i conti pure con lanci di rifiuti, cani che entrano sul campo da calcio e seminano il terrore, auto lanciate ad alta velocità sulla strada di accesso all'impianto. Un anno e mezzo fa, durante l'allenamento un bambino era stato centrato da un oggetto lanciato dall'area Sinti costringendolo alle cure dei medici dell'ospedale. L'articolata problematica, hanno risposto i rappresentanti comunali, è ampiamente nota. Il tavolo interforze sulla sicurezza che si riunisce ogni settimana monitora costantemente la situazione. Agli agenti della polizia municipale è stata impartita la direttiva di sorvegliare con maggiore frequenza la zona.

È anche vero che un presidio permanente è impensabile. Sempre in tema di misure a breve termine, ai Sinti i servizi sociali hanno portato legna - residui delle Giardinerie o di altri lavori comunali - da ardere al posto di materiali nocivi. Tuttavia non si risolve il rischio di incendi senza la rimozione delle stufe posizionate all'interno di alcuni alloggi. È stato chiesto di disporne il divieto, mentre quello di accendere fuochi in luogo pubblico è già contemplato dal regolamento di polizia urbana. Nel volgere di qualche settimana dovrebbero inoltre arrivare nuove telecamere di sorveglianza. Più tempo, considerate le procedure pubbliche, servirà invece per disporre una recinzione metallica laddove l'impianto sportivo ne presenta una versione facilmente danneggiabile. Il tutto in attesa del nuovo campo Sinti, delimitato e con regole chiare che gli abitanti dovranno rispettare. Ma sarà a una cinquantina di metri da quello attuale. Le cose cambieranno? Pareri discordanti.













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