Campo Tures, proteste per il cloro nella piscina

Diverse persone si sono rivolte all’ospedale di Brunico per fastidi e arrossamenti. Nei prossimi giorni è previsto un incontro fra Asl e gestori per risolvere il caso


di Aldo De Pellegrin


CAMPO TURES. Non c’è pace per la nuovissima piscina pubblica Cascade di Campo Tures. Dopo l’incidente della primavera scorsa, quando per una fuoriuscita di cloro l’impianto ha dovuto essere sgomberato d’urgenza, per poi riaprire subito dopo a pericolo passato, in questa estate 2012 sono i sintomi irritanti accusati da diversi bagnanti, alcuni dei quali hanno anche fatto ricorso alle cure dell’ospedale di Brunico, a significare delle anomalie nella qualità dell’acqua delle diverse vasche dell’impianto. Si parla di valori di concentrazione del cloro che, in ripetuti casi, sarebbero anche fuori norma.

Una situazione, questa, che è a conoscenza ed è stata verificata anche dagli ispettori del Servizio di igiene e di sanità pubblica dell’Azienda sanitaria di Brunico, che hanno anche invitato formalmente la direzione della struttura e la municipalità di Campo Tures, che ne è la proprietaria, a rimettersi in regola. Lo conferma la dottoressa Dagmar Regele, direttrice del servizio di igiene di Brunico: «Il problema - dice - ci è noto, e lo stiamo monitorando anche se finora i dati dei nostri prelievi non hanno richiesto interventi drastici da parte nostra. Certo però riteniamo che ci siano degli interventi da eseguire, per regolarizzare al meglio l’intera situazione».

Una situazione che è certamente nota anche ai responsabili della strattura e che si concretizza in valori che non sarebbero a norma soprattutto per quanto riguarda le concentrazioni di cloro combinato, cioè il cloro che si combina con i residui organici naturali che i bagnanti lasciano nell’acqua. Per tali valori la norma europea pone il limite a 0,2 milligrammi per litro mentre quella italiana, ancora da adeguare, tollera fino a 0,4 mg/l. Entrambi questi valori risultano in ogni caso essere stati superati ben più di alcune volte nel corso delle misurazioni in autotutela, cui il gestore della struttura è obbligato, nonchè da quelle operate dal personale in servizio. E a tali superamenti possono ascriversi anche i disturbi accusati dai bagnanti, fra cui anche bambini, con arrossamenti oculari, irritazioni cutanee e mal di testa riconducibili al forte odore di cloro presente negli ambienti di balneazione. In alcuni casi si sarebbero registrati anche interventi drastici, con immissione diretta di cloro nelle vasche, naturalemente a impianto chiuso al pubblico, a significare che non tutto, nell’impianto di filtraggio, funziona a dovere.

Entro la prossima settimana o al più tardi entro i primi di settembre è in programma un incontro fra il Servizio igiene e la direzione d’impianto per definire gli interventi necessari.

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