Candidati, il Pd chiede aiuto alla Svp 

Contro i «paracadutati» si cerca pure l’appoggio della Stella alpina. Repetto: se non decidiamo, Roma ci imporrà il nome



BOLZANO. «No, non funziona così. Se il Pd non decide in fretta e insieme sulle candidature, poi non deprimiamoci se Roma ci imporrà un suo nome...». Ma Sandro Repetto, assessore con doppia o tripla competenza municipale, anima bolzanina dei Democratici, aggiunge: «E anche questa devo dirla: non ne posso più di autocandidature. Un nome? Diego Zanella. Leggo di endorsement di ex procuratori, come Tarfusser, o di sindaci della Bassa. Non si fa così. Si fa solo confusione. Capisco la voglia di alcuni di farsi largo ma poi è inevitabile che la Svp ci dica: e allora ? E che Roma, alla fine imponga i suoi...».

Insomma, Sandro Repetto, già sfidante "interno" di Renzo Caramaschi nelle primarie municipali per il candidato sindaco, ha deciso di dare un contorno al disagio che sta salendo giorno dopo giorno nel Pd in seguito alle continue fumate nere al temine dei vertici con gli alleati. Più chiaro ancora, se possibile, Juri Andriollo: «Non solo il candidato che esprimeremo deve essere del territorio altoatesino e del collegio. E dunque uscire da Bolzano e dalla Bassa. Non da Merano, come sento a proposito di autocandidature. E poi attenzione: se Leu e i Verdi si accordassero su un nome forte dobbiamo o sfidarli o accordarci su un nome altrettanto forte...». E pure Mauro De Pascalis chiede di interrompere le corse personali «per unirci e comprendere, tutto insieme, la feluca tessa del momento. Roma è sotto pressione, ha esigenze nazionali da conciliare con quelle territoriali. Per cui torniamo sulla via maestra: pazienza nelle trattative ma chiarezza negli obiettivi». E tutti, dunque si affiancano al segretario Alessandro Huber nel ribadire il «no» a nomi imposti dall’esterno. Perché nel Pd altoatesino c’è unanimità nel respingere le pressioni trentine per candidare nella Bassa Atesina il deputato Michele Nicoletti, ma sale pure il timore che, non portando a Roma, alternative credibili ci si chiuda nell’angolo. Continuano così, in questa luce, le offerte a Carlo Costa, perché accetti di proporsi come " il candidato di tutto il Pd altoatesino" alla Camera. Ma anche non diminuiscono le perplessità dello stesso ad accettare. Sempre in questo quadro confuso, non demorde Diego Zanella. Dopo l’appoggio spuntato con le dichiarazioni di Cuno Tarfusser («è un candidato nuovo e possibile...») l’assessore Pd a Merano era dato ieri presente a Torino, dove anche Matteo Renzi si era recato per un incontro con i sindaci democratici. Insomma, in assenza di decisioni precise, cresce l’attivismo dei singoli. Mentre altrettanto salgono le possibilità che Roma possa individuare nel ministro Delrio il nome capace di aggregare i voti degli alleati Svp e di farsi accettare anche sul territorio, visto il suo ruolo centrale nelle trattative per la concessione autostradale, a cui la Volkspartei potrebbe mostrarsi molto sensibile. Ma lo stesso Pd punta nell’aiuto dell’Svp per imporre un candidato locale.

Decisiva sarà la riunione della direzione Pd a Roma mercoledì prossimo. Dovrebbero allora scendere nella capitale per confrontarsi col numero due di Renzi, Lotti, anche Costa e Huber. Ma la sensazione di molti esponenti Pd, tra i quali Repetto, è «che senza una unanime indicazione di un nome "territoriale " capace di smuovere le perplessità di Renzi e Lotti, questi potrebbero avere buon gioco nell’insistere sul trentino Nicoletti o su una personalità di respiro nazionale.













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