Il caso

Cantieri pubblici, la Provincia costretta a cambiare i prezzi 

Il rincaro delle materie prime. In caso di necessità le tabelle dei costi potranno essere adeguate rapidamente. Il presidente Kompatscher: «Ora ce lo consente un decreto governativo richiesto a gran voce dalle Regioni»



BOLZANO. Il folle rincaro dei materiali da costruzione e delle materie prime usate in edilizia rischia di colpire pesantemente anche i cantieri pubblici altoatesini. Pubblicando bandi con prezzi non adeguati si rischia che le gare vadano deserte perché nessuno riesce a starci dentro, mentre i cantieri già avviati rischiano di fermarsi perché i titolari delle imprese preferiscono il danno minore: rescindere il contratto pagando la penale, piuttosto che proseguire, rispettando gli accordi ma rischiando così di fallire.

È il quadro, fosco, cui ha tentato di porre rimedio la giunta provinciale, approvando una delibera che consentirà l’adeguamento dei prezzi man mano che se ne presenterà la necessità.

La giunta provinciale nei giorni scorsi ha dunque approvato una importante delibera riguardo al settore edile, un atto imprescindibile, come ha chiarito il presidente Arno Kompatscher, «in un momento dove i prezzi delle materie prime continuano a salire».

La delibera, ha chiarito, «riguarda le revisioni dei prezzi nel momento prima di pubblicare il bando, quando ci si accorge che sono saliti. Un bando di solito ha un iter abbastanza lungo, e contiene riferimenti a uno o due anni fa. Se pubblicassi quel bando, rischierei che la gara vada deserta, rischierei di non avere offerte. Perciò, in questo caso, devo procedere alla revisione dei prezzi. Il problema è: con quali prezzi».

La stessa cosa vale anche per un riconoscimento dei costi maggiori nei rapporti in essere, ha proseguito il presidente, «dove ho un contratto con qualcuno, dove è già iniziato il cantiere. Con questi prezzi non si riesce a procedere e le ditte preferiscono pagare la penale, dare luogo alla risoluzione del contratto, piuttosto che andare avanti e rischiare il fallimento dell’impresa. Si preferisce il danno minore». Anche in questo caso ora occorre adeguare i prezzi.

«Grazie a un decreto legge che abbiamo chiesto ad alta voce come regioni, che pone la base giuridica», così ancora il presidente, «adesso possiamo procedere anche con degli stralci straordinari».

Qualche settimana fa era stato approvato il prezzario 2022, che però aveva come base ciò che si era registrato nel 2021. Si tratta di un lavoro abbastanza complesso, lungo, ma molti prezzi sono già stati superati, non rispecchiano più ciò che è successo nel frattempo sui mercati nazionali e internazionali. «Perciò - ha chiarito il presidente - avevamo già chiesto una revisione straordinaria di tutto il prezzario all’apposita commissione costituita presso la Camera di commercio, dove sono presenti Provincia e rappresentanze delle categorie economiche, tecnici e quant'altro. Però ci è stato riferito che per rivedere tutto il prezzario arriveremmo all'autunno. Sarebbe troppo tardi».

Perciò, anche basandosi su questo decreto legge, la giunta ora ha scelto una strada diversa: «Facciamo prima la revisione dei prezzi più importanti, cioè quelli più applicati, quelli che coprono già una grandissima percentuale di tutto il sistema prezzi, in modo modulare; man mano che arrivano, li approviamo con delibera. Per poter essere applicati sia dalla revisione dei bandi che si stanno elaborando, sia per l'analisi prezzi quando si tratta di adeguare i rapporti in essere». Ovviamente per la revisione è tutto automatico, «mentre per l'adeguamento bisognerà poi intervenire in ogni singolo rapporto. Non è che i prezzi verranno adeguati automaticamente. Potrebbero anche esserci delle situazioni in cui potrebbe non essere necessario. Abbiamo avuto una serie di incontri con le categorie economiche e alla fine abbiamo condiviso con loro questo modo di procedere».

Questa è anche la base, ha chiarito infine Kompatscher, per coprire le spalle ai responsabili unici dei vari procedimenti. «In questo modo hanno una base di valutazione certa; altrimenti potrebbero essere esposti alla possibilità di critiche da parte della Corte dei conti: perché hai dato questo beneficio a quell'impresa che sta svolgendo questi lavori?». DA.PA.













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