BRENNERO

Caos profughi al Brennero, «danno economico per tutti»

Le aziende: meno clienti e più costi. L’Austria: 80 rifugiati al giorno. Sabato catena umana al Brennero


di Alan Conti


BOLZANO. L'annuncio da parte dell'Austria di blindare i propri confini meridionali ha innescato preoccupazioni fortissime nel mondo economico altoatesino. Il problema umano e sociale dei migranti è enorme e prioritario - di ieri la notizia che Vienna non accetterà più di 80 domande di asilo al giorno e non verranno fatte transitare più di 3.200 persone, sempre al giorno, dirette in un altro Paese - ma i muri che l’Austria ha deciso di alzare stracciando gli accordi di Schengen - per sabato in programma una catena umana al confine contro le barriere - rischiano di creare effetti negativi a catena su vari settori nevralgici dell'economia provinciale. Trasporti e turismo, innanzitutto.

«Siamo molto preoccupati – ammette Piero Cavallaro di Cna-Fita nell'orbita dell'Unione Nazionale Imprese di Trasporto – perché i rischi sono diversi». Il vero discrimine sarà il modo con cui gli austriaci intendono effettuare i controlli che partiranno in primavera. «Se si tratterà di una verifica a campione non subiremo particolari conseguenze ma se, come sembra, la logica sarà quella del filo spinato allora i timori sono fondati». Cosa può accadere? «Un immediato rialzo dei costi perché gli autotrasportatori che rimangono fermi al confine per due o tre ore in coda rischiano di sforare gli orari di lavoro trovandosi costretti ad effettuare undici ore di forzato riposo lungo il tragitto. Non solo, potrebbe anche innescarsi una logica particolare, per favorire le ditte di trasporto austriache. I controlli saranno in entrata, quindi da Vienna potrebbero decidere di controllare tutti i mezzi tranne quelli delle ditte di trasporto autoctone. Uno squilibrio possibile, ma grave perché altera la concorrenza».

Chi quantifica il rischio è Thomas Baumgartner, amministratore delegato di Fercam e presidente nazionale di Anita (Associazione di imprenditori dell'autostrasporto): «Un camion fermo costa a un'azienda 60 euro l'ora. Si tratta di aumenti che le aziende farebbero ricadere sul cliente. Possiamo supporre un innalzamento del 10% dei prezzi al consumo con relativi contraccolpi sulle capacità di export dell'Italia». E dell'Alto Adige. «Sicuramente – conferma il presidente di Assoimprenditori Stefan Pan – ma qui parliamo di un tema che supera l'aspetto economico e tocca i valori fondanti dell'Europa. L'Euregio è una splendida potenzialità e va difesa con grande forza politicamente. La solidità di un progetto si vede sotto la tempesta, non quando splende il sole. In questo momento sono in pericolo i suoi valori fondanti. Ricordiamoci che anche il muro di Berlino venne accompagnato dalle rassicurazioni circa la provvisorietà della misura». Ieri e stamattina, comunque, Pan ha incontrato i suoi omologhi trentino e tirolese per una presa di posizione unitaria dell'Euregio imprenditoriale.

Se il trasporto piange, il turismo certo non sorride. Secondo uno studio pubblicato dal quotidiano Frankfurter Allgemeine i contraccolpi sul lago di Garda potrebbero essere gravissimi. Il volume dei mezzi che passano dall'Austria all'Italia è di 10 milioni di auto all'anno e 40 milioni di tonnellate di merci. Il 50% del mercato turistico del Lago arriva dall'area tedesca (Germania compresa ovviamente) e la permanenza media è di 4,1 giorni. I numeri delle strutture altoatesine non si scostano molto, forse sono addirittura superiori. «Il periodo di soggiorno medio è di 5 giorni e la quota di mercato dell’area tedesca in Alto Adige è del 60%» puntualizza il vice presidente dell’Unione Commercio e Turismo Dado Duzzi. «I primi tre Paesi per provenienza sono Germania, Italia e Austria. Evidente che tutto questo flusso può essere messo a rischio. C’è, poi, la componente psicologica di una circolazione europea che non è più libera e dei controlli individuali alla frontiera. Oggettivamente non abbiamo un dato storico che possa dirci quale sarà l’entità del contraccolpo. Ma è facile immaginare che le conseguenze saranno pesanti per tutti».













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