Capigruppo in consiglio, bonus da 500 fino a 1.000 euro al mese

La proposta è del presidente dell’aula Thomas Widmann. Schiefer: «Il 10% in più è giustificato» Dello Sbarba (Verdi) e Köllensperger (M5S) contrari. Artioli: «Sbagliato penalizzare i partiti più piccoli»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. La proposta è del presidente del Consiglio provinciale Thomas Widmann (Svp), ma il suo partito - come confermano le dichiarazioni dell’Obmann Philipp Achammer - la condivide nella sostanza: assegnare ai capigruppo dei partiti più grandi (Svp, Freiheitlichen, Verdi, Südtiroler Freiheit e Pd) un assegno mensile di 1.000 euro lordi (da aggiungere alla retribuzione di circa 5 mila euro netti da “semplice” consigliere) e ai capigruppo dei partiti più piccoli un assegno di 500 euro. L’obiettivo è chiaro: garantire a Dieter Steger, capogruppo della Stella Alpina che deve “coordinare” 17 colleghi, una retribuzione che almeno si avvicini a quella di un assessore. I suoi predecessori, Elmar Pichler Rolle o Walter Baumgartner, avevano anche nella scorsa legislatura un compenso aggiuntivo, ma a pagarlo era la Svp con i fondi del gruppo consiliare. Ora, con il Decreto Monti, questa operazione non è più possibile e quindi la Sammelpartei si ritrova con la necessità di colmare il gap (economico) tra Steger e chi l’ha preceduto.

Philipp Achammer, Obmann della Svp, è consapevole di muoversi su un terreno minato, ma in linea di massima si dice favorevole «a riconoscere l’impegno maggiore di un capogruppo, che ha una funzione importante». Anche per questo la Stella Alpina è alla ricerca «di consensi più ampi sull’argomento». Achammer ritiene che si tratti di una questione «che riguarda anche altri partiti, non solo il nostro». Per Oswald Schiefer (Svp) «un’indennità di funzione del 10% in più non può essere considerata scandalosa. Ci sono altre cariche, con meno responsabilità e lavoro, ma con più emolumenti». Elena Artioli di Team Autonomie non capisce perché nella proposta di Widmann si facciano differenze tra “grandi” e “piccoli”. «I capigruppo dei partiti più grandi possono delegare, mentre noi dobbiamo farci carico di tutto il lavoro. Assurdo prevedere differenze. Con quei mille euro, se dovessi prenderli, potrei assumere una persona in più part time».

Nutrito, peraltro, il fronte dei contrari che va dai Verdi al Movimento Cinque Stelle fino al Partito Democratico. Riccardo Dello Sbarba sottolinea come i Verdi «in oltre 30 anni di Consiglio provinciale non abbiano mai previsto un solo euro in più per il capogruppo, un ruolo che dovrebbe essere un onore ricoprire. Se il disegno di legge di Widmann dovesse passare non accetterò comunque quel denaro. La considero, infatti, una brutta abitudine della Svp, che - proprio perché brutta - non ha alcun senso estendere agli altri partiti».

Paul Köllensperger (M5S) è ancora più secco. «La Svp, nei mesi scorsi, aveva già sollevato la questione, perché ha la necessità di rimpinguare gli emolumenti di Steger per mantenere gli equilibri interni al partito. Personalmente trovo questa proposta una follia. Le spese per i gruppi consiliari sono già salite ad oltre un milione di euro e non c’è motivo per prevedere ulteriori esborsi. Se il disegno di legge dovesse passare restituirò il denaro. Gli elettori, tra l’altro, difficilmente capirebbero. Consiglio alla Stella Alpina di recuperare quel denaro dalle quote degli iscritti». Contrario, anche se a titolo personale, il vicepresidente della giunta provinciale Christian Tommasini. «Nei mesi scorsi - spiega l’assessore del Pd - abbiamo fatto così tanti sforzi per ridurre gli emolumenti dei consiglieri provinciali che ora mi sembrerebbe di fare un passo nella direzione sbagliata. Bisogna riconoscere che Steger della Svp ha sicuramente un carico di lavoro importante ma non mi sembra questo il momento di sollevare la questione. Ne parlerò anche in seno al Pd ma io resto piuttosto scettico».

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