Cappello e Zocchi i favoriti per il Tar

Tra i 30 curriculum ci sono anche Lampis, la giudice Eliana Marchesini, il vicesindaco di Bressanone e l’avvocato Laratta


di Massimiliano Bona


BOLZANO. La partita, almeno sulla carta, è ancora tutta da giocare, ma a partire in pole position per il posto di giudice del Tar - riservato al gruppo linguistico italiano - sono Marco Cappello, direttore amministrativo dell’Azienda sanitaria, e Alberto Zocchi, presidente del Conservatorio, ex membro della Commissione dei sei e dei dodici e legale del sindaco Spagnolli. Proprio ieri sono iniziati a circolare i primi nomi dei candidati di spicco e ci sono anche altre figure di primo piano, molto note del panorama altoatesino.

Intanto il vicepresidente del Consiglio provinciale Roberto Bizzo ha sottolineato, che i candidati sono 30 e non 28 «perché un paio di candidature sono arrivate per posta». Il 13 marzo prossimo si troveranno i cinque consiglieri del gruppo linguistico italiano, che nel giro di un paio di settimane presenteranno (a maggioranza) una proposta. Quest’ultima sarà poi messa ai voti in Consiglio provinciale, ma - come ha precisato ieri il segretario generale Florian Zelger - «non è previsto che il Consiglio possa presentare proposte alternative». Certo, dovrà esserci comunque il sostegno in aula della Svp. La nomina è particolarmente ambita anche perché non è a tempo determinato ma la legge prevede che il giudice «possa restare fino al raggiungimento dei 70 anni (D.L. 90/2014)».

Ma veniamo agli altri nomi. Una della candidature più qualificate è quella della giudice del lavoro Eliana Marchesini, sorella di Donatella, ma spiccano anche quelle del direttore della ripartizione cultura italiana della Provincia Antonio Lampis, di Fabrizio Cavallar dell’Avvocatura della Provincia, del vicesindaco di Bressanone Gianlorenzo Pedron, del dirigente dell’Avvocatura di Bressanone Nicola De Nigro e degli avvocati Domenico Laratta e Arturo Knering.

Ieri è stato Roberto Bizzo a chiarire l’iter che dovrebbe portare all’elezione del giudice italiano del Tar entro metà aprile. «Il 13 marzo si troveranno i consiglieri italiani, che esamineranno le varie candidature, verificando che tutti abbiano i requisiti richiesti. Dopodiché faremo due giorni di audizioni per sentire i trenta candidati. A seguire formuleremo, a maggioranza, una proposta che poi sarà discussa e messa ai voti in Consiglio provinciale. Scorrendo l’elenco dei curriculum posso dire che si sono presentati molti candidati qualificati».

Per Riccardo Dello Sbarba dei Verdi quella del gruppo italiano sarà «una proposta vincolante», mentre per altri consiglieri la scelta «potrà comunque essere bocciata in Consiglio dalla Volkspartei, i cui voti risulteranno ancora una volta decisivi».

Di sicuro un po’ tutti, ieri, sono parsi concordi sul fatto che a spuntarla sarà - probabilmente - un candidato di area, comunque vicino al centrosinistra. E ciò pone, secondo gli addetti ai lavori, Zocchi davanti a tutti con Cappello staccato di un’incollatura. «Potrei già mettere adesso - commenta il consigliere provinciale di Alto Adige nel cuore Alessandro Urzì - il mio nome in busta chiusa. Ve lo assicuro».

Infine, una considerazione. La Provincia di Bolzano è l’unica, in cui i giudici del Tar sono interamente di nomina politica: quattro nomi vengono fatti dal Governo (con l'intesa del Consiglio provinciale sui due di lingua tedesca) e quattro dal Consiglio provinciale. Si tratta di un’anomalia che non trova riscontro nemmeno nella vicina provincia di Trento dove il collegio giudicante è composto da tre magistrati e di questi solo uno viene scelto tra quelli di nomina politica.

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