Capriolo morto, ora è polemica a Bolzano
Il veterinario Mulé: "Serve con urgenza un vero centro di recupero"
BOLZANO. A volte si passa velocemente dalla discussione generale alla realtà del particolare. Così, a pochi mesi dalle discussioni sulla necessità di salvare il centro avifauna del Crab, ecco un episodio che ne spiega l’esigenza. A raccontarlo è il veterinario Vincenzo Mulè partendo dal ritrovamento di un capriolo gravemente ferito nel bosco di Tesimo.
«In un primo momento è stato contattato il servizio forestale che, per colpa di una legge provinciale fatta in modo superficiale con grandi lacune, voleva attendere la morte naturale dell’esemplare. Il tutto perchè in Alto Adige non esiste un vero e proprio luogo dove si possa salvare la vita degli animali selvatici». A questo punto, però, è partita un’azione coordinata tra volontari della Lav, del centro avifauna e i collaboratori dell’ufficio caccia e pesca provinciale. «In questo modo abbiamo potuto portare l’animale in una clinica veterinaria e poi al malconcio centro Crab. Purtroppo non abbiamo potuto fare molto, ma almeno è spirato al caldo e attorniato da persone che gli vogliono bene. Senza nessuno che gli facesse pesare il fatto di essere nato come “specie cacciabile”».
Resta, dunque, il problema di un centro che sia finalmente all’altezza. «Tutti gli operatori, i veterinari, i guardiacaccia e i cittadini chiedono alla Provincia di provvedere. Il Crab ha già un progetto da consegnare all’amministrazione ad integrazione di quello per l’avifauna già presentato da tempo. È una faccenda seria e vedere un animale agonizzante morire di stenti e di freddo davanti ai propri occhi fa male, davvero molto male. Bisogna intervenire per garantire dignità».
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