INQUINAMENTO

Caramaschi: «Anche Laives deve bloccare i diesel» 

Il sindaco di Bolzano chiede provvedimenti in linea con quelli già decisi del capoluogo col blocco degli Euro 1, 2 e 3



BOLZANO. Bolzano va alla guerra dell’aria. "Bene fare i compiti a casa e ottenere il "bravo" dalla Provincia. Bravi sì, ma non fessi..." sbotta Caramaschi. E annuncia che pretenderà, giusto il tempo che si installi la nuova giunta, un piano da adottare subito: tutti i Comuni che circondano Bolzano - Laives in testa - dovranno prendere provvedimenti restrittivi in linea e dunque omogenei con quelli già decisi del capoluogo col blocco dei diesel euro 1, 2 e 3. "Noi facciamo la parte dei cattivi, incassiamo le proteste delle categorie e i mugugni dei nostri automobilisti perchè pensiamo alla salute di tutti e invece gli altri sindaci si limitano a qualche provvedimento di facciata e tutto resta come prima".

La bellicosità di Caramaschi ha una ragione di tipo ambientale: le ultime rilevazioni delle pm10 e soprattutto del biossido di azoto dicono che gli sforamenti nelle direttrici più trafficate di Bolzano, come via Claudia Augusta, sono paragonabili, come numero di giorni, a quelli delle strade del centro a Merano o a Laives. Ma ha anche ragioni di stretta politica viabilistica.

Che sono queste: 1) gli automobilisti bolzanini dovranno fermare anche gli euro 3 ( dal primo luglio) la mattina, dalle 7 alle 10, e la sera, dalle 16 alle 19: ma se lo dovranno fare solo loro si instaurerebbe una asimmetria di trattamento; 2) la penalizzazione si riverserebbe anche sui costi di esercizio e sulle spese dei singoli cittadini: ma solo su quelli del capoluogo che pagherebbero per tutti una migliore qualità dell’aria; 3) anche se i vigili potranno bloccare gli euro 2 e 3 provenienti dagli altri Comuni, questo non impedirebbe "ai furbetti" (definizione di Caramaschi) di provarci; 4) e comunque graverebbe in ogni caso su Bolzano il costo dei controlli, le ulteriori fatiche dei vigili e soprattutto, si potranno proprio per questo verificare code e rallentamenti che peserebbero su tutta la rete viaria.

Da tutto questo nasce il disagio della giunta bolzanina. Perchè la politica provinciale, così come emerso dalle lettera di Theiner che chiede di puntare ad un abbassamento tendenziale del 10% nelle emissioni di biossido di azoto, non va nella direzione di "obbligare" i sindaci. Ma solo di "consigliare". Per questo l’assessore ha detto che "Bolzano ha fatto i compiti a casa". Ma non ha voluto andare oltre nell’elencare chi non li ha fatti. In verità, sia il sindaco di Merano, che di Laives, che quelli dell’Oltradige, sono immuni da critiche: non hanno evitato di ottemperare ad un obbligo perchè non di obblighi si tratta (finora) in materia di lotta ai diesel più inquinanti.

"Noi continuiamo a portare il carico maggiore - osserva Caramaschi - perchè oltre ad avere più di 100 mila abitanti siamo invasi tutti i giorni da 90 mila auto di pendolari avanti e indietro. Bene, detto questo, pretendo che anche gli altri Comuni intorno a noi agiscano per il bene di tutti adottando le nostre stesse misure restrittive. O vogliono la botte piena e la moglie ubriaca?". La sollecitazione che giunge da Bolzano si inserisce nelle schermaglie che spesso hanno caratterizzato i rapporti tra vicini ma in questo caso Bolzano vorrebbe che i blocchi avessero carattere di continuità e omogeneità territoriale "per un semplice desiderio di chiarezza".

Laives risponde di aver già introdotto la Ztl per evitare che le auto non imbocchino la galleria che porta a Bolzano bypassando San Giacomo. "Ma non è che così le auto diesel inquineranno di meno" risponde la giunta bolzanina. Anzi, dicono: "toccherà a noi subire i rallentamenti per i controlli...". E c’è, tra gli alleati in maggioranza nel Comune di Bolzano, chi indica nella Svp dei dintorni, da Merano, a Laives alla Bassa, all’Oltradige, uno dei freni all’estensione dei limiti antismog. "Non lo dico - commenta Caramaschi - ma non fatemici pensare troppo...". (p.ca.).













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