Caramaschi: «Dalla Svp mi aspetto riconoscenza» 

Il sindaco. Pronto a rimettersi in gioco per un altro mandato, ma vuole l’appoggio della Stella alpina «Ho dato tutto. Abbiamo rimesso in moto una città ferma da 20 anni. Spero vogliano continuare così»



Bolzano. «Cosa mi aspetto dalla Svp? Solo un po’ di riconoscenza e gratitudine per quello che ho fatto in questi anni. Ho dato tutto quello che potevo per il bene della città. Ma so che la politica va per conto suo e quindi non mi faccio troppe illusioni». La voglia di continuare l’esperienza iniziata nel 2016 auto-candidandosi a sindaco di Bolzano è tanta, nonostante l’intenzione iniziale fosse di fare un solo mandato. Ma Renzo Caramaschi, 73 anni, sa anche che la sfida sarà durissima.

L’altra volta il suo avversario era il candidato del centrodestra Mario Tagnin, dentista all’ospedale San Maurizio; stavolta potrebbe essere il sindaco di Laives Christian Bianchi.

Il problema però non è tanto il nome dell’avversario, quanto l’incognita rappresentata - sempre ma più che mai in vista delle Comunali di maggio 2020 - dalla Svp. Il partito di raccolta che già collabora in giunta provinciale con due assessori leghisti, questa volta - alla luce del successo del Carroccio alle ultime Europee - potrebbe essere tentato di appoggiare - per la prima volta a Bolzano - un candidato di centrodestra. Timore questo alimentato dalle dichiarazioni dell’altro giorno dell’eurodeputato Herbert Dorfmann: «Alle prossime comunali la Svp deve andare libera. Non abbiamo vincoli».

Più esplico ancora il senatore della Stella Alpina Dieter Steger: «Il risultato di domenica è interessante e completamente diverso da quello delle ultime Comunali. Dobbiamo tener conto delle idee, espresse per le Europee, dal gruppo italiano, visto che da sempre abbiamo a cuore la coesione tra i gruppi etnici».

Sindaco, date le premesse, non c’è da contarci troppo.

Spero che la Volkspartei voglia continuare così, ovvero proseguire con l’alleanza siglata nel 2016 con il centrosinistra che sta dando buoni risultati».

Che tempi si è dato?

Nel giro di due-tre mesi, non di più, bisognerà decidere le alleanze. Se non ci sono i presupposti, me ne torno in montagna.

Questa mattina (ieri, ndr) avete avuto una giunta straordinaria, qualche accenno alle Europee ed eventuali ripercussioni sulle Comunali del 2020?

No. Abbiamo un sacco di lavoro da fare. Non c’è tempo di parlare di future alleanze.

Lei, nel 2016, aveva detto che avrebbe fatto un solo mandato, come si spiega questo ripensamento?

Vorrei completare il lavoro iniziato e vorrei che Bolzano non rimasse più indietro. Dopo 20 anni in cui la città è rimasta ferma mentre il resto dell’Alto Adige è andato avanti, finalmente abbiamo messo in moto una serie di progetti.

La carne al fuoco è tanta, ma ancora di concreto si vede poco.

Noi stiamo lavorando sui grandi progetti: dalle opere viarie alla riqualificazione dell’areale ferroviarie, al tram. Non sono operazioni che si realizzano dall’oggi al domani.

Stabilito che una cosa sono le elezioni Europee e un’altra le Comunali, il 30% dell’elettorato bolzanino ha votato Lega e un altro 10% FdI e FI.

Non mi stupisce più di tanto: a Bolzano la destra è sempre stata forte. Sono cambiate le sigle, ma il centrodestra è sempre stato intorno al 40%.

A lei e alla sua giunta si contesta in particolare di fare poco contro il degrado di piazza Vittoria e piazza della Stazione.

Abbiamo speso oltre un milione di euro per il sistema di videosorveglianza: a fine anno le telecamere saranno oltre 140; in più l’altro giorno in giunta abbiamo approvato il Daspo. Cosa posso fare di più? Non ho il potere di firmare le espulsioni. Quelle spettano al ministero dell’interno, guidato da Salvini». A.M.















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