Casa delle associazioni, Bolzano la fa plurilingue 

Il Comune studia un progetto alternativo a quello della Provincia in via Goethe Il sindaco: «Noi abbattiamo i muri». Potrebbe sorgere ai Piani o in Centro



BOLZANO. Bolzano vuol rispondere a "casa Goethe". E ha l'idea di farlo contrapponendo una visione di aperta convivenza "urbana" ad una scelta, tutta provinciale, che ha invece mostrato ancora di voler privilegiare una separazione de facto dei gruppi, inserendo solo associazioni tedesche nel suo nuovo edificio da 9 milioni di euro. «Stiamo lavorando su un progetto di “casa delle associazioni” in cui ospitare, facendoli lavorare fianco a fianco, gruppi organizzati italiani e tedeschi. E anche ladini». Questo lo dice il sindaco. Il quale ha subito mostrato di non condividere il segnale fornito in via Goethe 40. Caramaschi sta valutando in questi giorni una risposta plurilingue e multietnica anche in questo settore. Ma, a testimonianza che il capoluogo sembra voler privilegiare altre dinamiche “a prescindere”, la notizia è che questo progetto non è in campo da ieri. «È da un po' che ho sottoposto a Renzo questa idea», conferma Juri Andriollo, neo assessore alle cultura del municipio. Che la stava elaborando a sua volta ancora nel suo ruolo precedente di consigliere comunale. E dove? «La mia opinione è che i Piani potrebbero essere il luogo su cui ragionare. Mi sono chiesto: perché attendere il progetto Areale per rilanciare un pezzo di città a rischio di emarginazione? Il Comune possiede alcuni beni lì che potrebbero essere valorizzati trasformandoli in casa delle associazioni». Su questo, ma non sull'idea in sè, tuttavia Caramaschi vuole proporre un ulteriore spazio di riflessione: «Ma solo urbanistica» spiega . Intende, il sindaco, individuare uno spazio più centrale in grado di intercettare l'interesse delle associazioni ma anche dei possibili frequentatori esterni. «Ai Piani, lo schema dell'Areale prevede la riqualificazione del deposito ferroviario in “casa dei linguaggi contemporanei”, mirato a offrire opportunità creative soprattutto alla musica e alle arti. Ecco, non vorrei sovrapporre progetti - chiarisce Caramaschi - che potrebbero non essere complementare. Ma si tratta di una mia riflessione e su questa intendo continuare a confrontarmi con il mio assessore alla Cultura. Ci unisce una visione, appunto, del sociale e della cultura stessa come ambiti in cui far emergere la convivenza e la collaborazione. Siamo pieni di muri e di gente con la testa rivolta al passato, vorrei che il mondo associativo che da sempre punta al dialogo non si chiudesse a sua volta separando i gruppi pregiudizialmente», conclude . Dunque il progetto di una “casa”è la notizia che il Comune offre come risposta concreta alle sue perplessità emerse subito dopo l'inaugurazione di Goethe 40. In quella giornata, si era presentato alla cerimonia, con Kompatscher e Achammer, solo Angelo Gennaccaro come volto municipale. Provocando le perplessità di alcuni consiglieri di maggioranza e la freddezza dello stesso sindaco. Che non lo aveva delegato a presenziare. Sindaco e assessore Andriollo hanno ribadito la presenza di una specificità bolzanina capace di muoversi con un altro passo quando si tratta di rapportarsi alle classiche differenze etniche che caratterizzano la comunità altoatesina. La Provincia è sempre stata il luogo in cui l'applicazione di una certa rigidità nella convivenza tra i gruppi viene costantemente perseguita. È a Bolzano invece e non altrove che la scuola, ad esempio, ha iniziato il suo percorso di immersioni linguistiche e di sperimentazioni sul piano degli scambi tra scuole e classi dei diversi gruppi. E Bolzano, anche nel campo associativo, vuole continuare su questa strada di confronto reale e quotidiano. (p.ca.)















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