Casanova, in arrivo 40 orti Anziani e stranieri insieme

A primavera saranno predisposti tra le case dell’Ipes e il tracciato ferroviario Gallo: «Interessante predisporre un progetto di condivisione oltre le polemiche»


di Alan Conti


BOLZANO. Gli anziani avranno il loro orto e lo gestiranno insieme agli stranieri. Non al parco di via Bari come chiede la petizione avviata dal Club Rodigino, ma a Casanova nella lingua di verde prevista tra le case Ipes e la ferrovia. Ad annunciarlo è l’assessore competente Patrizia Trincanato: «Entro primavera realizzeremo 40 spazi con precise finalità di orto comunitario. Saranno espressione della realtà del quartiere, quindi nelle intenzioni saranno assegnati sia agli anziani sia agli stranieri che abitano a Don Bosco. D’altronde, proprio come fu per le Semirurali, gli orti sono una rappresentazione sociale di chi abita un rione e oggi la composizione è questa». Donne Nissà saranno spostate? «No, rimarranno nella zona che già abbiamo predisposto per loro. Ci preoccuperemo, invece, di installare delle casette per gli attrezzi e una toilette pubblica che oggi, ovviamente, manca. Si tratta di una zona che già era predisposta a verde, quindi la scelta di farne degli orti ha un valore sociale in più».

Una decisione che va addirittura oltre l’auspicio che il collega di giunta Luigi Gallo aveva legato alla riflessione sulla petizione del Club Rodigino. «L’orto comunitario delle Donne Nissà è una bellissima esperienza costruita anche con la comunità bengalese di Bolzano. U n elemento di continuità rispetto a quando gli orti delle semirurali venivano coltivati dagli immigrati italiani. Perchè, però, evocare una contrapposizione? Sarebbe bellissimo avere anziani del quartiere e nuovi immigrati coltivare fianco a fianco la terra, scambiarsi consigli e condividere un progetto. Fra persone e non fra esponenti politici». A Casanova dovrebbe accadere esattamente questo e sarà anche curioso vedere cosa può saltare fuori dalla sintesi di tradizioni e coltivazioni che possono anche essere molto differenti tra loro.

Chi è un po’ più scettico sulla possibilità di creare una collaborazione troppo stretta è Giancarlo Valentini, presidente del Club Rodigino. «Noi siamo chiaramente aperti a qualsiasi proposta, ma mi sembra complicato avviare degli orti co-gestiti. Tra i nostri 260 soci ci sono anche 80enni e 90enni che hanno le loro convinzioni e bisogno di gestire in autonomia uno spazio. In ogni caso si può tranquillamente parlarne».

Intanto continua la petizione per chiedere uno spazio per la coltivazione di piccoli terreni per gli anziani senza essere costretti a emigrare nella zona di ponte Sant’Antonio. Una richiesta che sembra essere già stata accolta prima ancora di incanalarsi nei flussi burocratici e istituzionali. Casanova sarà anche laboratorio di terra.

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