«CasaPound fascista? La gente ci segue»

BOLZANO. CasaPound prova di nuovo a entrare in Parlamento, come nel 2013. «Siamo convinti che saremo una delle sorprese di queste elezioni», dice Andrea Bonazza, candidato nel collegio di Bolzano...



BOLZANO. CasaPound prova di nuovo a entrare in Parlamento, come nel 2013. «Siamo convinti che saremo una delle sorprese di queste elezioni», dice Andrea Bonazza, candidato nel collegio di Bolzano della Camera, secondo nel listino proporzionale regionale del Trentino Alto Adige, capolista in uno dei listini del Veneto: «Se superiamo il 3% a livello nazionale, è probabile la mia elezione», afferma Bonazza. Li diverte l’allarme sulla diffusione dei «fascisti del terzo millennio». «L’onorevole Bonazza, sarebbe aberrante, vero?». Il programma parla, tra l’altro, di uscita dall’euro e dall’Unione europea, nazionalizzazione della Banca d’Italia, blocco dell’immigrazione, reddito di natalità, difesa di sanità e scuola pubblica, no ius soli.

Perché celebrare il regime fascista? Perché “semplicemente” non proporsi come un movimento di destra?

«Nelle nostre iniziative non parliamo quasi mai di fascismo, siete voi giornalisti. Non ci piace il termine destra, sinistra. Siamo patrioti. Ci richiamiamo alle tre fasi dell’Italia risorgimentale: l’Unità di Italia, l’interventismo della prima Guerra mondiale, il fascismo».

Nel vostro programma citate spesso la Costituzione. È la stessa che vieta la ricostituzione del partito fascista.

«Non vogliamo ricostruire il partito fascista. Siamo piantati nell’attualità. Se proprio, ci consideriamo gli eredi dell’Msi, come confermano i tanti ex missini nelle nostre fila».

Visto che vi candidate al Parlamento sarebbe il momento di smarcarvi dalla violenza. Anche a Bolzano non avete cacciato chi viene indagato per i pestaggi.

«Se qualcuno viene a imbrattare le nostre sedi e ci provoca ai banchetti, una tirata di orecchie ci sta».

Un pestaggio non è una tirata di orecchie.

«Siamo contro la violenza gratuita, ma non porgiamo l’altra guancia. Veniamo aggrediti anche noi, ma sui media non se ne parla».

Il vostro successo è legato alla presenza nei quartieri, puntuale soprattutto in campagna elettorale. Qual è la vostra base sociale?

«Siamo partiti con la classe operaia. Adesso arrivano professionisti, medici, commercialisti, convinti che la nostra ricetta sia l’unica per uscire dalla crisi. Si avvicinano anche tante persone che militavano nella sinistra e nel M5S, perché non trovano risposte ai lori problemi».

Siete entrati in ospedale con una dimostrazione contro i senza tetto. Il personale non ha gradito la strumentalizzazione.

«Non avranno gradito i vertici ospedalieri, come Tait, cui abbiamo mandato 50 mail».

Siete favorevoli all’imposta sugli immobili per i beni della chiesa (extra luoghi di culto), e lo stop ai finanziamenti alle scuole cattoliche.

«Siamo un movimento laico. Libertà di culto, ma i fondi pubblici servono per i servizi pubblici». (fr.g.)















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