Bolzano

Case in Zona, Caramaschi: «Sul Piano acustico voglio l’unanimità»

Il sindaco cerca di smorzare le tensioni causate dall’intenzione dell'assessore all'urbanistica Walcher di prevedere alloggi tra via Lancia, via Avogadro e via Grandi


Antonella Mattioli


BOLZANO. «Il Piano di classificazione acustica è fatto bene ed è migliorativo rispetto a quello che era stato messo a punto a suo tempo. Ci sono solo alcuni dettagli da chiarire, poi si andrà in giunta: voglio che tutti siano convinti. Servirà ancora un’altra settimana o un mese? Forse sì, ma che differenza fa: voglio l’unanimità sul Piano. Bisogna conciliare le diverse esigenze: salvaguardare la vocazione produttiva dell’area, ma anche rispondere all’esigenza di nuovi alloggi, cercando però di costruire sul costruito risparmiando il verde. Il guaio è che tutti adesso sono in campagna elettorale e questo complica molto le cose».

Consapevole del fatto che quelli in ballo non sono affatto “dettagli”, il sindaco Renzo Caramaschi detta la linea, cercando al tempo stesso di minimizzare la portata della partita che si sta giocando all’interno della giunta comunale sul Piano del rumore. Il quadrante conteso Dal documento dipende infatti la possibilità di costruire case nel quadrante tra via Grandi, via Avogadro e via Lancia, oggi classificato come zona produttiva. Soluzione fortemente voluta da Luis Walcher, vicesindaco e assessore all’urbanistica, candidato alle prossime elezioni provinciali con il sostegno del Bauernbund.

Il motivo per cui il Piano, messo a punto dall’assessora Chiara Rabini assieme ai tecnici, è bloccato, ovvero non è ancora andato in giunta nonostante sia pronto da fine 2022, sta proprio qui: «Il documento - ha spiegato l’assessora all’ambiente - prevede per quel quadrante la classe acustica 4: significa che l’area è destinata al produttivo. La legge provinciale di settore dà indicazioni in merito alla scelta delle classi acustiche: per la classe 4 non si prevedono zone abitative. Mentre adesso, volendo fare case, si vorrebbe la classe acustica 3. Ma non rientra nelle competenze del Piano prevedere questa declassificazione».

Oltre all’aspetto politico, in gioco c’è innanzitutto lo sviluppo urbanistico della città ma anche produttivo, visto che la convivenza tra case e aziende - hanno ribadito più volte imprenditori e sindacati - è impossibile. In ballo grossi interessi economici visto che gli immobiliaristi hanno già acquistato magazzini e depositi dismessi nelle strade limitrofe alla parte alta di via Galilei con la prospettiva di fare affari d’oro nel momento in cui i terreni da produttivi diventeranno residenziali.

Lo scontro in giunta Il vicesindaco sembrerebbe isolato fuori ma soprattutto all’interno della giunta: perché dopo l’assessora Rabini, anche l’assessore Angelo Gennaccaro e gli assessori del Pd Stefano Fattor e Juri Andriollo, hanno preso le distanze dall’ipotesi di prevedere case in zona produttiva. Ritenendo che vada garantita la salvaguardia della Zona e, in prospettiva, la possibilità di crescere.

«Il Piano - ci tiene a precisare Caramaschi - fotografa il livello del rumore nelle diverse zone della città in questo momento. Quindi non è detto che prossimamente non si possa modificare. Altra cosa è il Piano urbanistico che è uno strumento di programmazione». In realtà, i due documenti sono collegati. Perché il Piano del rumore è la premessa per prevedere, nella Pianificazione urbanistica, la possibilità di fare case in Zona.













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