Case Ipes: tagliati 10 mila sussidiTommasini: "Errore tecnico, rimedieremo"

Taglio del contributo per gli affitti del 25% che, tradotto, significa un esborso medio per ogni nucleo di almeno mille euro all’anno in più, con picchi di poco meno di duemila. Ma l'assessore Christian Tommasini rassicura: "E' stato commesso un errore tecnico nella delibera, stiamo già provvedendo a rimediare"



BOLZANO. Una stangata per le oltre 10 mila famiglie altoatesine che ricevono il sussidio casa dall’Ipes: un taglio del contributo del 25% che, tradotto, significa un esborso medio per ogni nucleo di almeno mille euro all’anno in più, con picchi di poco meno di duemila. Non briciole, soprattutto in questi tempi di crisi e soprattutto per i bilanci tutt’altro che ricchi delle famiglie in questione.
E’ la conseguenza concreta del contenuto della delibera della Giunta provinciale del 24 aprile scorso sui criteri e modalità di concessione del sussidio casa, una voce che lo scorso anno ha assorbito 34,2 milioni di euro dalle casse provinciali, con benefici che hanno toccato 10.420 nuclei familiari. «C’è stato un errore tecnico nella stesura del testo, la delibera dovrà essere parzialmente modificata», ha detto ieri l’assessore provinciale competente Christian Tommasini.
Un errore che ha provocato un gran pasticcio ed ha rischiato di innescare una polemica feroce. Un gran pasticcio, perché già 500 famiglie si sono viste assegnare il sussidio casa annuale con il nuovo metodo di calcolo. Ed ora, ammesso l’errore da parte della Provincia, vorranno essere risarcite. E ci si può immaginare la pioggia di lamentele che sono fioccate in questi due mesi negli uffici dell’Istituto. Polemica, perché i sindacati (e i beneficiari stessi, evidentemente) erano già sul piede di guerra dopo essere venuti a conoscenza della stangata.
Sotto accusa è finito il comma 3 dell’articolo 2 della delibera, quello che definisce il calcolo del sussidio casa. La precedente normativa prevedeva che il calcolo della superficie, sulla quale poi concedere il sussidio, fosse così: una base di 50 metri quadrati, altri 15 metri per ogni occupante e una maggiorazione finale del 25%, così come definito da un decreto del presidente della Giunta del 15 luglio del 1999. Nella stesura della delibera del 24 aprile, la maggiorazione del 25% è stata cancellata, innescando con un effetto domino un taglio brutale sul sussidio, sull’ordine di 80-100 euro al mese di media e con picchi di 150. La delibera conteneva anche altre modifiche di calcolo, ma molto più blande: a partire dal 2012 una metratura base di 45 metri e non 50, dal 2014 di 40 metri quadrati. A questo si aggiunge il tetto massimo fissato per il sussidio casa: 500 euro al mese, mentre in precedenza non c’era limite.
La delibera, efficace a partire dal 27 aprile, è stata trasmessa al presidente dell’Ipes, Albert Pürgstaller, il 29 aprile, con una lettera accompagnatoria firmata dallo stesso Christian Tommasini. Chiaro che a quel punto i tecnici dell’Istituto non hanno potuto fare altro che applicare alla lettera i contenuti della delibera, sia per i nuovi richiedenti, sia per i rinnovi annuali dei sussidi già in essere. Con il risultato che in questi due mesi le norme aggiornate sono state applicate in cinquecento casi.
Il pentolone nelle ultime ore ha cominciato a bollire, vista la delicatezza del tema e con i sindacati impegnati da tempo a difendere le risorse per il welfare. Ma secondo Christian Tommasini non c’è motivo di alimentare il fuoco: «Un errore tecnico nella formulazione della delibera - ha spiegato ieri l’assessore provinciale - non c’era alcuna volontà politica di tagliare. Anzi, le altre modifiche, che partiranno non prima del 2012, erano state concordate con i sindacati e andavano nella direzione di una maggiore equità nella distribuzione delle risorse per il sussidio casa». Secondo Tommasini non ci saranno problemi: «Modificheremo il testo quanto prima, metteremo tutto a posto», ha concluso l’assessore.

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