Caso Cle: partirà a giorni la diffida delle cooperative

Grata: se i lavori non riprendono procederemo per inadempimento contrattuale Subentro possibile a Pineta e in via Druso. A Casanova situazione più complessa


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Il caso Cle sembra ormai prossimo ad una svolta. Ad assicurarlo è Andrea Grata di Confcooperative, certo del fatto che la situazione debba sbloccarsi - in un senso o nell'altro - entro febbraio.

Le coop coinvolte hanno deciso di inviare intanto una diffida all'impresa di costruzioni, nella quale spiegano che qualora l'intricata vicenda non dovesse risolversi nel giro di un paio di settimane sono pronte a rompere i contratti per inadempimento. «Il nostro interesse primario - spiega Grata - è garantire ai soci la piena operatività dei cantieri e se ciò non dovesse essere più possibile siamo pronti a procedere con gli strumenti giuridici di cui disponiamo. Pur tenendo conto del fatto che c'è ancora qualche settimana di tempo che potrebbe contribuire a risolvere la questione anche in modo favorevole a Cle».

Confcooperative intende agire in piena sintonia con Legacoopbund (che per ora preferisce non rispondere alle domande dei media), con la consapevolezza che ci sono cantieri più facili da sbloccare ed altri - come il lotto C di Casanova - per i quali ci vorrà sicuramente più tempo. «La situazione più fluida - continua Grata - è quella di Pineta dove, a fronte di un inadempimento di Cle, potrebbe subentrare un'altra azienda. E lo stesso discorso potrebbe valere per gli alloggi di viale Druso, anche se la questione riguarda direttamente i colleghi di Legacoopbund».

Di sicuro in questo momento i cantieri sono fermi e le famiglie che attendono la casa piuttosto allarmate. Anche perché hanno investito centinaia di migliaia di euro a testa. L'intenzione sembra essere quella di far trapelare il minimo indispensabile sui giornali, in modo tale da riuscire a risolvere la questione in tempi ragionevolmente brevi.

Decisamente più complicata, invece, la questione del lotto C, dove sono previsti oltre ottanta alloggi (della Coop Cordis ma non solo), la nuova sede dell'Assb, un supermercato (M-Preis) e altri 1.000 metri quadrati di superficie commerciale, che potrebbero anche diventare la chiave per sbloccare la situazione. «In questo caso il Comune, proprio in queste settimane, sta formalizzando il passaggio dell'area a Cle, che ne acquisirà dunque a pieno titolo la proprietà. Dopo un anno e mezzo, più o meno, i tempi sono maturi per la conclusione dell'iter». Della questione si sta occupando l'ufficio patrimonio. Per questo cantiere, dunque, il semplice subentro nel contratto di un'altra azienda non è tecnicamente possibile. «Ma c'è già chi è disposto a farsi avanti per acquisire da Cle gli spazi commerciali, che costituiscono il plusvalore del lotto. Nel senso che chi arriverà avrà l'opportunità di servire mille famiglie». Ma tocca a Cle, in questo caso, stabilire tempi e modi di un'eventuale cessione. Roberto Rossin della Cle non risponde più al telefono da giorni, forse perché spera si risolva da un momento all'altro la complessa operazione immobiliare di Milano, all'origine dell’impasse. I giorni, comunque, passano e l'ipotesi Newco (con l'apporto dei creditori bolzanini) non si è ancora concretizzata. La diffida delle coop e la possibile risoluzione dei contratti per inadempimento per Cle potrebbero avere effetti tutt'altro che positivi.

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