Caso Dolzan, l’erario vuole 250 mila euro

Se l’ex manager travolto dall’inchiesta «Black Energy» non riuscirà a pagare non potrà patteggiare



BOLZANO. Il primo tentativo di chiudere il contenzioso con la giustizia è andato a vuoto. Davanti al giudice Walter Pelino, Renzo Dolzan l'ex manager di Eneco ed Edison finito in disgrazia a seguito dell'inchiesta «Black Energy» , non ha ottenuto il via libera ad un possibile patteggiamento. Per chiudere la vicenda con una condanna soft la Procura chiede il risarcimento dell’erario. In altre parole l’Agenzia delle Entrate vuole ottenere quanto, nel corso degli anni, non gli è stato versato per effetto di false fatture emesse proprio al fine di eludere il fisco. Il conto è piuttosto salato ma non impossibile: 250 mila euro di cui 100 mila già in mano agli inquirenti per effetto del sequestro a sue tempo disposto proprio a titolo preventivo sui beni dell’ex manager. Arrivare a far quadrare i conti non sarà facile ma Renzo Dolzan avrà tempo almeno sino alla prossima udienza già fissata per il 27 gennaio. In questo momento l’ex manager è inquisito in ben tre procedimenti. I primi due sono legati da un’unica condotta e riguardano la presunta emissione di false fatture per operazioni inesistenti. Se non sarà possibile patteggiare, l’avvocato difensore Stefano D’Apolito punterà sicuramente sul rito abbreviato che permette comunque di godere della riduzione di un terzo della pena base. L’obiettivo della difesa è di contenere l’eventuale condanna entro i 3 anni e 4 mesi in maniera da evitare il rischio di un ritorno in carcere. In caso di patteggiamento (con avvenuto risarcimento dell’erario) la pena potrebbe essere anche più bassa. Il terzo procedimento in corso riguarda invece l’accusa di truffa emersa a seguito di una denuncia sporta dalla Edison, azienda energetica per la quale lo stesso indagato ha lavorato per molto tempo. Su questo fronte la Procura ha già chiesto l’archiviazione nella convinzione che l’eventuale contenzioso con Edison sia di natura civilistica.

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