Caso Mediaworld: Podini diffida il Comune

Gli avvocati al lavoro: «Il negozio deve restare aperto». L’imprenditore: «In ballo ci sono 50 posti di lavoro»



BOLZANO. Sfida ad alta tensione su Mediaworld, dopo la sentenza del Tar che ha annullato le licenze concesse da Provincia e Comune a Mediaworld. Dieter Schramm, legale del gruppo Podini, replica alla diffida al Comune annunciata dall’avvocato Igor Janes che rappresenta Trony, società firmataria dell’esposto. Janes intima a Comune e polizia municipale la immediata chiusura di Mediaworld, essendo state annullate le licenze. Schramm controbatte ricorrendo alle stesse armi: «Stiamo preparando anche noi una diffida al Comune: intimiamo l’amministrazione di astenersi da ogni tipo di provvedimento coatto contro Mediaworld. In caso contrario scatteranno richieste di danni pesantissime. Stiamo inoltre già preparando il ricorso al Consiglio di Stato».

Scostandosi dal piano tecnico, Giovanni Podini commenta così la sentenza: «Quando parliamo di Mediaworld dovremmo ricordarci che si tratta di una azienda che dà lavoro a 50 persone, ha contribuito ad abbassare mediamente del 19% i prezzi dei prodotti di elettronica e ha notevolmente ridotto l’afflusso di altoatesini al Mediaworld di Innsbruck: è ricchezza che resta a Bolzano in un momento di crisi». Janes avverte: »Se il Comune non rispetterà gli obblighi di legge, quereleremo il sindaco per omissione di atti di ufficio».Ma nel pomeriggio di ieri il comandante della polizia municipale Sergio Ronchetti ha precisato: «Non ci è stata notificata né la sentenza né la diffida di Trony. Quando avverrà, ci muoveremo di conseguenza».

Ma Schramm ribadisce: «Mediaworld non va chiuso. La stessa sentenza del Tar precisa che l’annullamento delle licenze tiene conto della normativa vigente nel 2005 e non considera l’evoluzione radicale subita da questo settore. Nel 2005 le licenze vennero concesse legittimamente. Ancora più “blindato” è poi Mediaworld alla luce della normativa attuale sul commercio, che ha annullato l’autorizzazione commerciale». La replica arriva dall’Unione commercio, avversario storico del Twenty e autore di ricorsi. «Resta un fatto imprescindibile: la recente legge provinciale ha ribadito il divieto di commercio al dettaglio nella zona produttiva di Bolzano. Il Tar convalida la nostra linea», commenta il vicepresidente Dado Duzzi.

Nella vertenza al Tar compare anche la Provincia e l’assessore Thomas Widmann anticipa che probabilmente anche Palazzo Widmann ricorrerà al Consiglio di Stato, che «aveva giù dato ragione ai Podini sulle licenze. Per questo nel 2005 vennero concesse. Aggiungo che la Provincia, attraverso un accordo con l’Unione commercio, ha deciso che il Twenty sarà l’unico centro commerciale provinciale e quindi resteà aperto in ogni caso. A chi giova questa guerra?». ©RIPRODUZIONE RISERVATA













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