BOLZANO. Sul business legato alla produzione di energia elettrica in Alto Adige le inchieste della magistratura sono destinate a fare ancora molto rumore. In attesa della decisione del tribunale sulla richiesta di patteggiamento avanzata dall’ex assessore Michl Laimer e dall’ex direttore generale di Sel Maximilian Rainer, la Procura della Repubblica sta completando l’indagine relativa alla vicenda Stein an Stein con lo stesso Rainer nuovamente in una posizione processualmente scomoda. Proprio ieri gli avvocati difensori hanno avanzato immediata richiesta di rinvio dell’udienza preliminare prevista per martedì prossimo. «Abbiamo la necessità di verificare attentamente i nuovi incartamenti annunciati dalla Procura della Repubblica» ha puntualizzato l’avvocato Carlo Bertacchi, difensore di Rainer.

La Procura non si opporrà alla richiesta di rinvio dato che sul calcolo dei tempi di prescrizione del procedimento non cambiera assolutamente nulla. Ricordiamo che al centro dell'indagine ci sono Maximilian Rainer, Klaus Stocker e Franz Pircher, tutti inquisiti in qualità di dirigenti della Sel. L'accusa è di abuso d'ufficio e truffa aggravata in concorso: gli indagati, infatti, avrebbero agito contro gli interessi legittimi della società per cui lavoravano, portando avanti un progetto alternativo che avrebbe potuto garantire ai tre benefici economici nel campo dell'energia. La seconda parte dell’inchiesta tutt’ora in corso mira ad individuare il cosiddetto «garante politico» che avrebbe garantito alla Stein (dopo la cessione della società ai nuovi proprietari) di ottenere le autorizzazioni agli ampiamenti che in precedenza la giunta provinciale aveva sempre negato. In sostanza la Procura ha deciso di depositare i documenti in base ai quali sosterrà in giudizio che chi decise di investire sulla Stein lo avrebbe fatto sapendo che avrebbe avuto dal potere politico il via libera per un grande business.

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