Caso Stein, «informazioni non corrette al cda di Sel»

Il consulente della Procura (il commercialista Pallaver) ha confermato in aula che la società non aveva il quadro reale del valore della centrale di Mezzaselva


di Mario Bertoldi


BOLZANO. Nella riunione del 24 novembre 2006, il consiglio di amministrazione di Sel non fu informato correttamente sulle condizioni di acquisizione della centralina di produzione elettrica di Mezzaselva. Non furono fornite notizie false, ma fu evidenziato un quadro complessivo incompleto. E’ quanto ha confermato ieri in aula, alla ripresa del processo a carico di Maximilian Rainer, il consulente tecnico Roberto Pallaver, noto commercialista bolzanino. .

In altre parole, grazie all’omissione di alcuni particolari rilevanti, il consiglio di amministrazione sarebbe stato indotto a rinunciare all’acquisizione dell’impianto, lasciando via libera al progetto che in seguito, tramite la società «Stein an Stein Italia srl», avrebbe coinvolto privatamente alcuni dirigenti della società elettrica a capitale provinciale.

In particolare, prendendo spunto dalla relazione consegnata ai membri del Cda, il consulente della Procura ha sottolineato che venne omesso di illustrare quello che avrebbe dovuto essere l’interesse strategico della Sel nell’acquisire la centralina in questione. Che la centralina fosse piccola e di tecnologia ormai vetusta era noto praticamente a tutti ed era facilmente riscontrabile anche dalla documentazione fotografica allegata. Non vennero però spiegate le ragioni dell’interesse di Sel ad acquisire le 4 piccole centraline (tra cui quella di Mezzaselva) lungo il tracciato dell’Isarco nel tratto tra Mules e Fortezza a fronte del progettata Sel (datato 2004) di una maxi centrale che presupponeva la disattivazione dei quattro piccoli impianti. Acquisire la centralina di Mezzaselva - ha fatto presente ieri il consulente tecnico - avrebbe voluto dire risolvere il problema (almeno per un impianto) del previsto indennizo per tutta la durata della concessione.

Ai membri del consiglio di amministrazione non fu poi segnalato che il direttore generale Maximilian Rainer aveva già annunciato al proprietario della centralina (il 9 giugno 2006) l’acquisizione (da parte di Sel o di un altro soggetto) per 450 mila euro nè venne segnalata la possibilità di acquisto della sola centrale, separatamente dal resto del compendio immobiliare (con la possibilità di un notevole risparmio).

Un particolare, quest’ultimo, molto importante posto che il Cda decise di non acquistare ritenendo eccessivo il prezzo dell’operazione (500 mila euro trattabili). Secondo il dottor Pallaver sarebbe poi stato sottaciuto il reale valore della centralina indicando come “valore economico” quello che in realtà era solo il “valore corrente di utilizzo” cioè l’utile prodotto annualmente dall’impianto (circa 70 mila euro). L’obiettivo - ha ricordato ieri in aula il consulente Pallaver - sarebbe stato quello di far figurare come esagerata la pretesa economica di «Parcheggi Italia spa”, parte venditrice. Non solo. Il direttore generale Rainer indicò nel verbale l’esito di una perizia di stima dell’impianto (affidata alla Xelee srl) in realtà non ancora disponibile. Nel corso dell’udiena di ieri ha deposto in aula anche l’ex presidente del Cda Klaus Stocker, già condannato per la stessa vicenda con rito abbreviato e che ha confermato che il Cda decise non acquistare per una valutazione puramente economica: l’impianto era vecchio e troppo caro.

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità