“Cede” la parete Frane continue dal monte Macaion

Crolla un pilastro di dolomia: a valle 3.000 metri cubi La situazione monitorata dal servizio geologico provinciale


di Alan Conti


APPIANO. La dolomia dello Sciliari si sfalda e dal Macaion calano metri cubi di terra lungo i pendii bioschivi. Per l’esattezza si tratta di 3.000 metri cubi lungo i 1.865 metri di quota che raggiunge questo monte spartiacque tra le valli d’Adige e di Non.

Una mole importante di materiale roccioso che, fortunatamente, non ha avuto particolari conseguenze su persone o cose attorno. Semplicemente perchè si tratta di un territorio disabitato e prettamente formato da vegetazione.

Sono stati in tanti, però, ad osservare il fumo dalla superstrada MeBo che arrivava dal materiale in caduta libera dalla parete. Il servizio geologico provinciale, per la verità, sta monitorando da giorni la situazione proprio perchè la dolomia è naturalmente soggetta ad erosione e possibili cadute. Resta, però, da chiarire come mai si sia arrivato proprio in questo periodo al crollo di un intero pilone di sostegno della parete. Da un mese e mezzo, insomma, casca dolomia. Di solito ad accelerare questo tipo di fenomeni sono i forti sbalzi termici o meteorologici, ma non ci sono particolari nessi consequenziali con la siccità che sta caratterizzando queste settimane.

Tutte le pareti del Macaion, inoltre, presentano fratture di vario tipo: è abbastanza normale, dunque, che prima o poi cedano in qualche misura. Secondo le misurazioni dell’ufficio provinciale il crollo più consistente si è registrato domenica 20 dicembre verso le 16. Un dato confermato dalle telefonate di decine di persone che hanno avvertito, preoccupate, gli uffici competenti. Nel frattempo, comunque, la situazione rimane monitorata e sotto controllo.

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