Cena di Natale con i piatti africani 

È stata preparata dai migranti al Vintola 18 con i volontari di «Sos Bozen». Accolti anche i senzatetto


di Luca Fregona


BOLZANO. La sfida (e la lotta) per dare dignità ai migranti a Bolzano, il 25 dicembre, è di casa al “Vintola18”, il centro giovanile in via Vintler 18. “SOS Bolzano”, con altri volontari, organizza da qualche anno una cena nella quale i migranti sono invitati, oltre che a mangiare, a cucinare i piatti che preferiscono, tipici dei loro luoghi di origine. Karin Cirimbelli, responsabile dell'iniziativa, è andata a fare la spesa con loro, in modo che ci fossero gli ingredienti giusti. Quest'anno le ricette principali sono state il «domoda», tipicamente senegalese, a base di carne e verdura, pietanza resa particolare dalla pasta di arachidi, e il “saykok” a base di semola e latte, una sorta di cous cous. Ai fornelli c'era anche uno dei cuochi del ristorante di cucina tipica africana “African Soul”, inaugurato di recente a Merano e gestito da profughi e richiedenti asilo. «Aspettavamo una quarantina di persone al massimo, invece ne sono arrivate quasi sessanta – spiega Mirta Motta, volontaria di SOS Bolzano –: un numero molto più alto rispetto all'anno scorso. Così abbiamo “aggiunto un posto a tavola” e riducendo le porzioni siamo riusciti comunque a far mangiare tutti». In questa circostanza, anche per un'intenzione voluta da parte dei volontari, i migranti non erano “soggetti passivi” di un'azione caritatevole ma hanno preparato loro la cena, con uno spirito attivo di autogestione. Alcuni di loro hanno collaborato a distribuire il cibo, altri hanno aiutato a pulire, riordinare e lavare i piatti dopo il pasto condiviso. Tante culture diverse si sono trovate a collaborare insieme. Il clima era gioioso. I volontari precisano: «Eravamo qui “con loro” e non “per loro”. Vogliamo condividere questa giornata con i ragazzi, ormai ne conosciamo molti e siamo affezionati. Che la cena sia stata organizzata il giorno di Natale è anche dovuto al fatto che i locali del centro Vintola18 erano disponibili. Molti di loro (almeno una cinquantina), vivono e dormono per strada oppure sono ospitati al centro “Emergenza Freddo”. Si tratta di un'occasione che permette loro di mangiare qualcosa di diverso dal cibo che hanno a disposizione quotidianamente. Qualcosa, soprattutto, che abbia un sapore di casa. In questo modo hanno anche la possibilità di stare al caldo per qualche ora e poter accedere ai servizi».

I volontari hanno colto l'occasione per aiutare i migranti anche distribuendo coperte, scarpe, calze calde e giacche a chi ne aveva bisogno.

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