Cervo contro auto, la Provincia paga 

È stata condannata in via definitiva. L’incidente avvenne nei pressi di Campo di Trens. L’amministrazione aveva vinto l’appello La Cassazione ha ripristinato il verdetto di primo grado. Solo dopo l’incidente furono sistemati dei catarifrangenti per tenere lontani gli animali


Mario Bertoldi


Bolzano. Si fa presto a sostenere di aver fatto tutto il possibile per evitare un determinato pericolo. In realtà bisogna anche provarlo, per lo meno se si finisce davanti ad un giudice. Ed i funzionari della Provincia autonoma di Bolzano non sono riusciti a dimostrare, con i fatti concreti, quello che gli avvocati in sede di giudizio hanno più volte sostenuto.

Al centro del caso c’è un’azione risarcitoria in sede civile avviata da un automobilista che aveva lamentato gravi danni alla propria autovettura a seguito dell’improvviso attraversamento della carreggiata da parte di un cervo nella zona di Campo di Trens. L’animale sbucò all’improvviso e di corsa da una zona boschiva attigua e si scontro che l’auto condotta da Hannes Kral. Il conto del carrozziere toccò i 4500 euro. L’automobilista in questione (difeso dall’avvocato Meinhard Durnwalder) chiese inutilmente all’amministrazione provinciale di essere risarcito, considerando la Provincia stessa responsabile della sicurezza stradale.

In primo grado, davanti al giudice di pace, l’automobilista riuscì a vedersi riconoscere il diritto al risarcimento. La Provincia decise di resistere più che altro per una questione di principio in quanto la somma in discussione non avrebbe certo giustificato un contenzioso di carattere legale con spese di giudizio connesse. Nel contenzioso, però, l’amministrazione provinciale ha sempre sostenuto di aver fatto tutto il possibile per garantire la massima sicurezza anche su quel tratto di strada e che nulla avrebbe potuto esserle imputato a livello di valutazione negligente della situazione. Come detto in primo grado la Provincia perse la battaglia legale. L’automobilista si vide riconoscere il diritto ad un pieno risarcimento del danno subito con inevitabile risarcimento anche delle spese legali. La Provincia decise di pagare (anche perchè in sede civile le sentenze di primo grado sono provvisoriamente esecutive) ma impugnò il verdetto davanti al Tribunale riportando in auge le proprie tesi difensive e cioè che tutto il possibile per assicurare la sicurezza lungo il tratto di strada in questione era stato fatto.

Il colpo di scena non tardò ad arrivare. Con sentenza del 5 dicembre 2017 il tribunale di Bolzano decise di accogliere l’appello della Provincia ribaltando il verdetto, sostenendo che all’amministrazione provinciale «non fosse rimproverabile la violazione di alcuna regola cautelare, avendo la stessa adeguatamente segnalato, in modo concretamente percepibile dall'odierno danneggiato, i pericoli connessi al possibile attraversamento di animali selvatici lungo il percorso stradale, non essendo esigibile l'adozione di alcuna ulteriore accortezza non ragionevolmente commisurabile alle materiali e concrete possibilità dell'amministrazione». Ora, però, la terza sezione civile della Corte di Cassazione (presidente Roberta Vivaldi) ha accolto il ricorso dell’automobilista ribaltando ulteriormente il verdetto. In effetti la Cassazione ha annullato la sentenza d’appello ripristinando (e rendendo definitivo) il giudizio del giudice di pace, condannando la Provincia a risarcire i danni. La decisione è stata assunta sulla base di una considerazione risultata decisiva: da un lato la Provincia ha sempre sostenuto di aver fatto tutto il possibile per garantire la sicurezza, dall’altro emerse che dopo l’incidente proprio lungo il tratto di strada costeggiata dalla zona boschiva vennero installati dei catarifrangenti (cioè riflettori passivi di luce) in grado di indurre un animale selvatico ad allontanarsi dalla zona. Un accorgimento assente all’epoca dell’incidente. In sentenza i giudici ricordano il dovere inderogabile «che incombe su ciascun ente custode di strade aperte al transito, di adottare tutte le misure necessarie a garantire la piena sicurezza della circolazione degli utenti». Il fascicolo torna ora al Tribunale di Bolzano unicamente per quantificare le spese di giudizio.













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