Chi è pagato con i voucher andrà in pensione a 150 anni
BOLZANO. A lanciare l’allarme, nei giorni scorsi, è stato uno studio della Cisl del Veneto: «Chi lavora con i voucher andrà in pensione a 150 anni». Serviranno, in buona sostanza, 126 anni e 6 mesi...
BOLZANO. A lanciare l’allarme, nei giorni scorsi, è stato uno studio della Cisl del Veneto: «Chi lavora con i voucher andrà in pensione a 150 anni». Serviranno, in buona sostanza, 126 anni e 6 mesi di lavoro, per andare in pensione, con un assegno mensile - tra l’altro modesto - di 673 euro. Il calcolo è stato fatto sulla base dei dati forniti dall'Inps. I voucher, almeno nella prima versione, vennero introdotti nel 2003 con la legge Biagi per disciplinare le prestazioni «occasionali di tipo accessorio». Inizialmente non ebbero particolare successo. Cinque anni più tardi questo strumento è stato esteso al settore vitivinicolo. Nel 2010 la Finanziaria ha allargato l'ambito di applicazione al lavoro domestico e al porta a porta. Ma la vera impennata, in termini di utilizzo, c’è stata con l’ex ministro Elsa Fornero nel 2012. Il Governo, all’epoca, tolse ogni vincolo sulle attività e tolse di mezzo il riferimento all'occasionalità. Con Renzi, infine, è stato innalzato a 7 mila euro il tetto dei compensi netti annui. Il risultato è stata, poi, una vera esplosione di buoni. Nel 2015 sono stati staccati 115 milioni di voucher, contro i 69 milioni del 2014 e i 36 milioni del 2013. Un aumento nazionale del 67,5% in 12 mesi. La nuova classe sociale coinvolge già più di un milione e mezzo di lavoratori, due terzi dei quali vive al Nord.